CATANIA – Rosario Bucolo, l’ultimo pentito dei Santapaola a Catania, un graduato di Cosa Nostra che fino a pochi mesi fa apparteneva all’elitè, ai capi, della zona del Castello Ursino, conosce tutti. O quasi. E ai magistrati della Dda che lo interrogano – assieme ai carabinieri del Ros e ai poliziotti della squadra mobile di Catania – associa nomi a volti. E li riconosce dalle foto.
Così si è espresso su un appartenente alla famiglia Ercolano: “Confermo di conoscerlo, non l’ho riconosciuto in foto perché ha la barba nella foto. Io non lo vedevo dal 2013-2014. Si tratta di Mario Ercolano, il figlio di Sebastiano”.
Ercolano e quella barba spuntata… dopo
Di Ercolano, Bucolo, ha parlato già in relazione a una vecchia storia inerente delle agenzie funebri. “Preciso che prima la barba non la portava o almeno l’ultima volta che l’ho visto io non l’aveva – ha proseguito -. Di recente posso riferire solo che aveva un telefono e che si sentiva con gli altri”. In sede di lettura, poi, Bucolo è ancora più preciso. E pesante.
“Si tratta di un telefono che aveva in carcere e con il quale teneva contatti con gli altri precisato in questa sede con suo figlio e con Luca Di Gaetano al quale Sebastiano, quando io ero presente al parcheggio, passò il telefono”, sottolinea.
Accuse gravissime, ovviamente tutte da dimostrare: per ora c’è solo il resoconto di un collaboratore di giustizia, che va vagliato dalla Dda. Dichiarazioni raccolte dai pm e che devono ancora passare il primo vaglio di attendibilità.
Le sue conoscenze “altolocate”
Tra le persone che Bucolo riconosce a volo c’è pure un boss di rango come Francesco Napoli, detto Ciccio, il boss ‘dell’aristocrazia’ mafiosa catanese. Napoli è stato condannato in primo grado e in appello con l’accusa di essere uno degli ultimi – precisamente il penultimo – referente provinciale del clan Santapaola Ercolano.
Lui però era un boss particolare: il primo a essere designato come uomo d’onore riservato, un modo per tentare, con scarsi successi, di tenere al riparo il capomafia da pentiti o accuse dirette. E questo perché era uno dal Sangue blu: nipote di un mafioso soprannominato “cavadduzzu”, quest’ultimo era imparentato con Nitto Santapaola. Più “aristocrazia” di così, per certi ambienti, era difficile da ipotizzare.
Le altre “conoscenze” di Bucolo
Tra le conoscenze di Bucolo c’è pure Salvatore Ercolano: “Si tratta del fratello di Mario – ha detto -. Lo conosco, l’ho conosciuto al carcere di Bicocca il periodo in cui ero detenuto nel 2013. Lo avevano arrestato con suo fratello Mario e Aldo. Ma non so riferire altro”.
Nomi, cognomi e, in certi casi, soprannomi. Come fa per tale “Turi u niuru”. “Questo soggetto che io appello come Turi so che effettivamente si chiama Salvatore, che camminava in senso mafioso con Turi u Pagghiolu (…). Si occupava del quartiere di Cibali e della Stazione e delle estorsioni, come riferito a me dallo stesso Salvatore”.

