PALERMO – Otto anni dopo l’arresto e il pentimento per Maurizio Spataro arriva la condanna per mafia. Una condanna che il collaboratore di giustizia di Resuttana ha deciso di patteggiare: due anni in continuazione con una precedente pena e con il beneficio della sospensione.
In cella Spataro c’era finito nel 2008 per tentata estorsione aggravata. Poi, riempì pagine e pagine di verbali sul clan di Resuttana, dominato prima dai Madonia e poi dai Lo Piccolo. Aggiornò la mappa del racket nel salotto della città. Da allora, però, non gli era stato mai contestato il reato di appartenere a Cosa nostra. Era rimasto un picciotto del racket ma paradossalmente slegato dal contesto della famiglia mafiosa di appartenenza.
Un vuoto colmato oggi con il patteggiamento chiesto dall’imputato e deciso dal giudice Lorenzo Matassa con il consenso dei pubblici ministeri.