Vuoto di potere a Fiumefreddo| Si indaga sulle frequentazioni - Live Sicilia

Vuoto di potere a Fiumefreddo| Si indaga sulle frequentazioni

Dal tentato omicidio alla detenzione illegale di arma da sparo, dall’associazione mafiosa alla rapina. E’ ricco il “curriculum” di Leonardo Previti, freddato martedì sera a Fiumefreddo di Sicilia.

mafia, omicidio Previti
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FIUMEFREDDO DI SICILIA. E’ stata compiuta ieri mattina, all’ospedale Garibaldi di Catania, l’autopsia sul corpo di Leonardo Previti, vittima martedì sera di un agguato mafioso nel proprio garage in via Ponte Minissale a Fiumefreddo di Sicilia. Gli inquirenti stanno scandagliando i giri e le frequentazioni della vittima negli ultimi mesi. Il 65enne, che viveva a Fiumefreddo da alcuni anni, non frequentava il paese di residenza, dove non lo si vedeva mai, ma quello d’origine, Riposto.

Nel 2011 l’uomo viene arrestato per una rapina a Terme Vigliatore, in provincia di Messina. L’ultimo di una lunga serie di arresti e indagini che lo vedono protagonista. La carriera criminale di Previti, pluripregiudicato, inizia da minorenne quando viene arrestato più volte per furto. Pochi anni dopo le accuse diventano detenzione illegale di pistola, associazione a delinquere, tentato omicidio e tentata rapina aggravata. Previti viene considerato vicino alla cosca di Aci Catena, legata al clan Santapaola Ercolano. Nel ’96 il primo arresto per associazione di stampo mafioso, insieme ad altri 33 soggetti, tra cui il boss acese Sebastiano Sciuto, detto Nuccio Coscia, poi condannato all’ergastolo. Tre anni dopo è uno dei soggetti destinatari di ordinanza di custodia cautelare nell’ambito dell’operazione antimafia denominata Cold River. Tra gli arrestati c’è anche il boss di Fiumefreddo di Sicilia Paolo Brunetto, con cui i rapporti sono buoni. L’ultimo regime di Sorveglianza Speciale, a cui viene sottoposto Leonardo Previti, si conclude meno di due anni fa, nel 2014.

La vittima, descritta come persona apparentemente mite ma in realtà dal carattere violento e rissoso, avrebbe continuato a frequentare fino alla fine esponenti del gruppo di Aci Catena. Negli ultimi anni sarebbe stato, invece, sempre più lontano dal clan Brunetto. Una distanza che potrebbe essere stata causata, dopo il decesso del boss Paolo Brunetto, da dissidi con i nuovi vertici del clan, tutti in carcere oggi dopo le operazioni Gotha e Santa Barbara. In questo vuoto lasciato sul territorio qualcuno potrebbe aver tentato di dar vita a nuovi assetti. Movimenti che potrebbero non essere stati graditi. Su queste ed altre ipotesi starebbero lavorando gli inquirenti.

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