Maggioranza in subbuglio| Cosa succede nel Mov139? - Live Sicilia

Maggioranza in subbuglio| Cosa succede nel Mov139?

Martedì vertice decisivo col sindaco, mentre il gruppo si divide sul prossimo capogruppo e il dialogo con le opposizioni. La Commare: "Il tema è la linea politica".

SALA DELLE LAPIDI
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PALERMO – Il giorno della verità dovrebbe essere martedì prossimo quando il sindaco Leoluca Orlando, a villa Niscemi, proverà a mettere fine alle divisioni interne al suo Mov139 di Sala delle Lapidi. Un gruppo assai numeroso, composto da 27 consiglieri (due sono rimasti in Idv, mentre uno ha aderito al Centro democratico) e che al suo interno è attraversato da profonde spaccature che sono emerse in tutta la loro evidenza in occasione dell’ultima seduta d’Aula.

La maggioranza, a dispetto dei suoi numeri schiaccianti, non è riuscita infatti a contrastare l’ostruzionismo del centrodestra, deciso a dimostrare di essere indispensabile per approvare qualunque atto, fosse anche l’anagrafe degli eletti. Un braccio di ferro che ha visto gli orlandiani soccombere, come un gigante dai piedi di argilla, e a cui Orlando potrebbe riservare parole durissime. “Il sindaco dirà chiaro e tondo che è pronto anche a dimettersi e a tornare al voto – dice uno dei consiglieri a taccuini chiusi – non ha certo bisogno di una maggioranza litigiosa e con pochi voti”. Un ultimatum, quello del primo cittadino, che vuole così evitare nuovi passi falsi a Sala delle Lapidi in occasione di altri importanti delibere come il bilancio, il regolamento Tares, il Put o il Piano triennale delle opere pubbliche.

Ma cosa succede nel Mov139? Il gruppo, fondamentalmente, è spaccato fra chi come il capogruppo Aurelio Scavone chiede maggiore autonomia della maggioranza rispetto alle opposizioni e chi, come il presidente del consiglio Totò Orlando e il vice capogruppo Pierpaolo La Commare, spinge invece per il dialogo. Una posizione, quest’ultima, in realtà attuata spesso anche da Leoluca Orlando che in questi mesi, in più di un’occasione, ha dialogato con le minoranze per agevolare il percorso di importanti delibere. Una partita tutta interna al Mov139 che si lega a doppio filo con quella per il nuovo capogruppo: i sostenitori di Scavone sono decisi a difenderlo, anche se sono sempre meno numerosi, ma al tempo stesso circolano i nomi dei possibili successori. Si fanno quelli dei vice di Scavone, ovvero La Commare e Tony Sala, ma anche quelli di Alberto Mangano o Francesco Bertolino. Questi ultimi due, però, sono già presidenti di prestigiose commissioni (rispettivamente Urbanistica e Bilancio) e quindi in qualche modo fuori dai giochi anche se Bertolino, vicinissimo al sindaco e gradito a molti consiglieri, potrebbe entrare in corsa anche all’ultimo minuto.

“Credo che il tema non sia quale capogruppo bensì quale linea politica – dice La Commare a Livesicilia– in questo primo anno di consiliatura, maggioranza e opposizione hanno correttamente interpretato i bisogni della città, dialogando e anteponendo sempre l’interesse collettivo a quello particolare. I risultati parlano chiaro e non vedo alcun motivo per cambiare uno scenario che oggi vede la città vincente per adottarne un altro in cui siamo tutti, e sottolineo tutti, perdenti. Prova ne è stata l’ultima, fallimentare seduta di consiglio comunale che mi auguro di poter considerare una parentesi negativa di un’attività d’Aula più che positiva. Ai colleghi animati da desideri di accesa contrapposizione, chiedo se questo traduca meglio di quanto fatto fin adesso gli interessi di Palermo. Io credo di no”.

I problemi della maggioranza non sono certo nuovi: in questi mesi le opposizioni sono spesso state indispensabili per assicurare il numero legale in Aula o addirittura per condurre in porto le delibere, a dispetto di un gruppo orlandiano che non ha mancato, spesso e volentieri, di emendare gli atti della sua stessa amministrazione con scontri, neanche troppo velati, con gli assessori. Adesso però il Mov139 dovrà decidere quale linea adottare, se quella del dialogo o quella dell’autosufficienza, ma anche capire con chi intraprendere l’eventuale dialogo. Ad oggi è con il centrodestra, o almeno con parte di esso, mentre il Pd, nell’ultima seduta, ha teso la mano agli orlandiani tanto da spingere Scavone a parlare di una nuova maggioranza di centrosinistra (malgrado ieri i democratici si siano astenuti in commissione Urbanistica sul parere alla delibera Amg, mettendo in minoranza il sindaco). Un’apertura che però aprirebbe scenari assai più ampi e che si intreccia a doppio filo con il corteggiamento a Orlando di Matteo Renzi ed Enrico Letta.

 


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