Mailgate all'Università |Parla uno degli imputati - Live Sicilia

Mailgate all’Università |Parla uno degli imputati

Prosegue il processo a carico dell'ex rettore Antonino Recca e dei due dipendenti, Antonio Di Maria ed Enrico Commis, per il caso delle email elettorali inviate agli indirizzi di studenti e docenti durante la campagna elettorale del 2012.

CATANIA – Mailgate: parla Enrico Commis. Prosegue il processo a carico dell’ex rettore Antonino Recca e dei due dipendenti dell’Università etnea, Antonio Di Maria ed Enrico Commis, per il caso delle email elettorali inviate agli indirizzi di studenti e docenti durante la campagna elettorale del 2012. L’udienza si è aperta con la richiesta dei testi Daniele Di Maria e Maria Elena Grassi di avvalersi della facoltà di non deporre per una serie di eccezioni sollevate dalle parti. Una richiesta accolta dal Tribunale. Gli esami degli imputati hanno riguardato soltanto Enrico Commis, difeso dall’avvocato Goffredo D’Anton, data l‘assenza dell’ex rettore Antonino Recca e Antonio Di Maria. L’imputato, interrogato dalla Pm Raffaella Vinciguerra, ha raccontato “la sua versione dei fatti”, partendo dalla richiesta avanzata dall’ex rettore di creare due mailing list “non moderate”: una con gli indirizzi di posta elettronica degli studenti universitari residenti in provincia di Catania l’altra con quelli dei docenti residenti nella provincia etnea.

Commis racconta di avere commissionato la creazione delle liste a un altro dipendente, ma di non essere a conoscenza dei motivi all’origine della richiesta ricevuta non conoscendo “l’oggetto della mail”. L’imputato riferisce anche delle chiamate per ottenere delucidazioni sul possibile mancato invio delle mail che avrebbe ricevuto da parte di Antonio Di Maria qualche giorno dopo la creazione delle liste. Commis parla di “pressing telefonico” agito “di certo” da parte dell’altro imputato, ma “forse” anche da altri soggetti. Controinterrogato dall’avvocato Walter Rapisarda, difensore di Antonio Di Maria, Commis, riferendosi al collega, parla di uno stato di “ansia per la pressione ricevuta dal rettore per l’invio della mail”. Nella prossima udienza saranno ascoltati due testi della difesa.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI