PALERMO – E’ ricoverata ormai da 25 giorni e sta lottando con tutte le sue forze per uscire dall’incubo. Sono migliorate nelle ultime ore le condizioni della donna di 34 anni positiva al Covid dopo il rientro in Sicilia da Londra: la scorsa settimana era stata intubata per la seconda volta per una grave insufficienza respiratoria e il peggioramento delle sue condizioni aveva reso necessario un parto cesareo d’urgenza. La donna, ora non più sedata, si trova nel reparto di Terapia intensiva e Rianimazione dal 24 maggio, da quel giorno è stata costantemente seguita dall’equipe che negli ultimi mesi ha fatto fronte all’emergenza Covid e dai medici di Ostetricia, che sei giorni fa hanno deciso di eseguire l’intervento all’inizio della trentesima settimana di gravidanza.
Il trasferimento a Taormina
E così, “Rosalia Sofia” – come intanto l’hanno chiamata i medici, in onore dell’azienda ospedaliera e della Patrona di Palermo – è venuta al mondo. Alla nascita pesava un chilo e mezzo e da quel momento in poi è stata costantemente monitorata. “E’ risultata negativa al Coronavirus e sta bene – dicono dall’ospedale Cervello – ma è stata trasferita all’ospedale San Vincenzo di Taormina per alcuni accertamenti”. Durante il periodo di osservazione sarebbe infatti emersa una cardiopatia che dovrà adesso essere valutata dai medici del Centro di cardiochirurgia Pediatrica.
Il rientro in Sicilia
Una ulteriore tappa di un percorso lungo e complesso da quando la donna è rientrata dall’Inghilterra: in base a quanto ricostruito subito dopo il suo ricovero, è arrivata all’aeroporto Falcone-Borsellino di Punta Raisi il 15 maggio. In città abita anche il fratello. Sarebbe rimasta in isolamento in casa, ma la febbre sarebbe già comparsa tre giorni dopo l’arrivo. Al momento della partenza e del viaggio in aereo, quindi, era asintomatica, tanto da superare i controlli con il termoscanner, effettuati a Londra, Roma e a Palermo: le sue condizioni, in quel momento, non avrebbero destato preoccupazione. Poi il trasporto in ambulanza all’ospedale di via Trabucco, e l’avvio del ‘Contact tracing” da parte delle autorità sanitarie, che hanno rintracciato tutti coloro che potrebbero essere entrati in contatto con la 34enne durante il viaggio, compreso il marito.
Altri due casi a Palermo
Ma tra gli ultimi casi a Palermo, ci sono anche quelli del padre e del figlio rumeni arrivati nel capoluogo siciliano tre giorni fa. L’uomo è stato rintracciato nella zona di Ballarò dalla polizia, dopo l’allarme lanciato da Arezzo, città in cui aveva effettuato un primo tampone senza però attenderne l’esito. Ieri, la conferma del test positivo eseguito al familiare: entrambi sono adesso in quarantena all’hotel San Paolo e sotto stretto monitoraggio dell’Asp.