Mantenersi “al fresco”... | Per chi finisce in carcere - Live Sicilia

Mantenersi “al fresco”… | Per chi finisce in carcere

Presentato alla Libreria Mondadori il nuovo libro di Salvo Fleres "Mantenersi “al fresco”, consigli utili per chi finisce in carcere" edito dalla casa editrice catanese Inkwell Edizioni.

Presentazione Libro "Mantenersi al fresco" di Salvo Fleres

CATANIA – E’ stato presentato nei locali della libreria Mondadori, ex cine-teatro Diana, il nuovo libro di Salvo Fleres, garante regionale per la tutela dei diritti fondamentale dei detenuti e per il loro reinserimento sociale: Mantenersi “al fresco”, consigli utili per chi finisce in carcere, edito dalla casa editrice catanese Inkwell Edizioni.

Che idea abbiamo delle carceri? Le immaginiamo luoghi troppo spesso, ahimè, fatiscenti, in cui c’è una massiccia affluenza di italiani e stranieri. Attraverso questa pubblicazione, Salvo fleres, garante dei diritti dei detenuti della Regione siciliana, esperto in criminologia penitenziaria e con un passato da coordinatore nazionale dei garanti regionali dei detenuti offre ai lettori una guida sulla vita penitenziaria.

Mantenersi “al fresco”, consigli utili per chi finisce in carcere narra un fenomeno sociale che desta attenzione e preoccupazione, in ragione dei numeri – 80.000 gli uomini e le donne che ogni anno varcano in Italia la soglia di una cella – e delle pessime condizioni di vita carceraria. “La tematica prescelta – spiega l’editore, Fonzie Brancato – unitamente alla qualità del prodotto librario redatto con coscienza da chi nel quotidiano si muove in prima linea, ha formato la mia volontà di condividere il progetto rendendolo fruibile ai lettori”.

E’ una realtà problematica che peraltro coinvolge non solo i carcerati, destinatari delle misure afflittive ma anche le famiglie di questi ultimi.

L’intento di Fleres, garante dei diritti dei detenuti, è quello di fornire una guida di “sopravvivenza” rivolta a tre tipologie di lettori. La prima coinvolge i detenuti che vivono il carcere e, sempre più spesso, senza alcuna colpa; si stima che siano circa 17.000 le persone innocenti attualmente recluse ingiustamente e che, tra l’altro, su 80.000 arresti annuali, 22.000 hanno la durata di soli 3 giorni, con un costo annuale di centinaia di migliaia di euro versati dagli italiani. Occorre quindi riflettere.

Mantenersi “al fresco” – consigli utili per chi finisce in carcere – è poi rivolto a quanti svolgono nelle carceri il servizio di volontariato.  Tralasciando i tecnicismi da manuale di diritto penitenziario, si ripercorrono le principali leggi che regolano la vita all’interno di queste strutture affinché il lettore possa sia partecipare attivamente e consapevolmente al dibattito in atto sui temi della sicurezza, sia anche esercitare un controllo sociale sulle prigioni, intendendo tale attività un dovere civico, al pari di quanto accade nelle democrazie evolute.

Il libro si rivolge infine alle famiglie dei detenuti che vivono in uno stato <di libertà condizionata> e che devono sottostare a regole spesso molto rigide imposte dai regolamenti carcerari, per esempio in materia di orari di visita e di perquisizioni invasive, atti questi ultimi destinati ai parenti dei detenuti.

“La stesura del libro – dichiara ai microfoni di livesiciliacatania Fleres – ha richiesto molti anni di ricerche e di interviste somministrate non solo ai detenuti ma anche a chi lavora in carcere e alle famiglie dei carcerati. Il mio obiettivo – prosegue – è di mettere in luce le problematiche comuni alle carceri, sia da un punto di vista legislativo che organizzativo: sovraffollamento, decadenza delle strutture e carenza del personale, elementi che non possono passare inosservati”.

Si intrecciano storie di detenuti privati delle cure mediche o delle attività di reinserimento sociale a quelle di quanti non hanno mai avuto il permesso di vedere le famiglie se non per qualche minuto. Il coefficiente di “afflittività” che scaturisce da inadeguate condizioni detentive è molto alto: non si dimentichi l’incidenza dei casi di depressione di uomini e donne che si procurano del male per attirare l’attenzione: dal 2000 ad oggi, in Italia, si contano circa 250 casi di suicidio.

“Credo fortemente – insiste Fleres – nella necessità di una riforma penale e dell’esecuzione della pena e continuo nell’attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica affinché si adoperi con la consapevolezza e la conoscenza delle leggi e dei diritti umani”.

 

 


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