PALERMO – C’è la confessione piena, con alcuni punti che, però, vanno chiariti. Paolo Taormina è stato assassinato con un colpo di pistola alla nuca nel pub di famiglia ad un centinaio di metri dal Teatro Massimo. Aveva ventuno anni, sette in meno del suo carnefice, Gaetano Maranzano.
Marazano, che vive nel rione Zen, confessa di averlo ucciso durante un’accesa discussione. In passato, però, ci sarebbero stati degli screzi che coinvolgerebbero anche la sua compagna.
I pubblici ministeri Maurizio Bonaccorso e Ornella Di Rienzo hanno disposto il fermo per omicidio. Taormina ha un ferita alla nuca, ma non c’è il foro di uscita del proiettile. Da qui l’iniziale ipotesi che potesse essere stato assassinato con un coltello. Poi arriva la confessione a spazzare via i dubbi.
La confessione
Maranzano spiega di avere fatto fuoco alla tempia del ragazzo. In realtà il proiettile lo ha raggiunto in una parte diversa della testa. Non spiega dove ha trovato la pistola, ma dice che andava in giro armato perché “Palermo è una città pericolosa”.
Taormina è intervenuto per sedare una rissa davanti al locale di famiglia, “O Scruscio”, in piazza Spinuzza, scoppiata per questioni ancora da chiarire. Maranzano lo avrebbe riconosciuto perché in passato avrebbe importunato la compagna. Ha fatto un cenno ad offese sui social, ma è un tema da approfondire. A quel punto avrebbe scaricato la sua rabbia. Maranzano sostiene di essere estraneo alla rissa o lite precedente.
“Ho sentito l’ultimo respiro…”
È la madre di Paolo Taormina a parlare per prima della pistola. “Ho sentito l’ultimo respiro, era ancora vivo”, racconta Fabiola Galioto.
“C’era stata poco prima una rissa. Una banale lite, come accade spesso soprattutto la notte. Mio nipote è uscito per cercare di interromperla – racconta lo zio di Paolo – . Ha detto al gruppetto di smetterla e andare via perché loro stavano lavorando. A questo punto uno avrebbe preso qualcosa in tasca e l’ha colpito”.
Le telecamere di videosorveglianza hanno filmato la scena. Si vede il momento in cui tra l’agitazione generale qualcuno carica il colpo tenendo in mano un oggetto. I carabinieri del Nucleo investigativo e della compagnia di piazza Verdi identificano e fermano Maranzano.
Ventiquattro ore dopo nella zona del delitto riprende la routine. Luci accese e buttadentro che invitano i clienti a consumare qualcosa in uno dei locali spuntati come funghi nella zona fra via Maqueda a via Roma.
La giungla urbana
Le risse si ripetono. Bande di giovani mostrano i muscoli. Nella giungla urbana vale la legge del più forte. L’omicidio di Paolo Taormina ripropone il tema della sicurezza a Palermo. C’è chi invoca la presenza dell’Esercito nelle strade come Confartigianato.
Palermo piange l’ennesima vittima. Il 15 settembre scorso è stato ucciso il magazziniere di una farmacia. Quindici giorni dopo una sparatoria nel rione Marinella, collegata ad una scazzottata nella borgata marinara di Sferracavallo durante i festeggiamenti dei santi Cosma e Damiano. Una ragazza incinta è stata colpita di striscio. Sei mesi fa l’uccisione di tre ragazzi a Monreale e l’arresto di tre coetanei dello Zen. Nel dicembre 2023 l’omicidio di un giovane in discoteca, a due passi da via Libertà. Ed ancora risse con preoccupante cadenza settimanale.
Sul basolato del locale dove è avvenuto l’omicidio restano le tracce di sangue, miste all’acqua usata per ripulire al scena del delitto dopo il lavoro della Scientifica. Qualcuno ha lasciato un mazzo di fiori.

