“Caro Marcello, figlio nostro, ti amiamo sempre, come il primo giorno. Ci basterebbe sapere che sei vivo, che stai bene. Se sei vivo, se stai bene, come speriamo, se non vuoi tornare, ti ameremo da lontano e ti auguriamo di vivere libero e felice, circondato dal nostro amore. Se, un giorno, vorrai tornare, sappi che la porta della tua casa sarà sempre aperta”.
Questo è il pensiero di Laura Zarcone e di Franco Volpe, riferito al telefono, la mamma e il papà di Marcello, scomparso a Palermo giusto dieci anni fa, il giorno prima del suo compleanno. Sono stati dieci anni di ricerche, di falsi allarmi e di una incessante e incrollabile fede.
Ieri Marcello Volpe ha compiuto trent’anni. Laura è convinta che sia ancora in cammino, da qualche parte, e su facebook ha scritto: “Sono qui per augurare a Marcello buon compleanno, ovunque si trovi. Trent’anni, ma per me sei sempre il mio bambino. In tutti questi anni la domanda più ricorrente che mi hanno fatto è: ‘Ma il tuo cuore di madre cosa ti dice?’, ed io ho sempre risposto: ‘Non lo so’. Oggi invece rispondo: ‘Credo che Marcello sia vivo’ e lo voglio credere con tutte le mie forze. Un abbraccio, gioia mia”.
Ci sono, infatti, delle novità. Un ragazzo sorprendentemente simile a Marcello Volpe sarebbe stato visto nei mesi scorsi al Nord. Il presunto Marcello era su un mezzo pubblico. Quando qualcuno ha pronunciato il suo nome, credendo di ravvisarlo, si è allontanato.
LiveSicilia.it conosce il nome della località del possibile avvistamento, ma preferiamo non scriverlo per mantenere il riserbo su una vicenda così delicata. Scriviamo, invece, quest’articolo, d’accordo con la famiglia Volpe, perché suo padre e sua madre desiderano che, ovunque sia, se è ancora possibile, a Marcello giunga la loro carezza.
Il messaggio di due genitori è quello che abbiamo riassunto all’inizio: figlio, ci basta sapere che sei vivo, poi scegli quello che vuoi. Torna o resta dove sei, nessun rimprovero, nessun addebito. C’è solo il nostro amore che ti accompagnerà per sempre. E sono parole davanti alle quali ci inchiniamo, con affettuoso rispetto.