"Maria e Giuseppe, precari di ieri" - Live Sicilia

“Maria e Giuseppe, precari di ieri”

Il cardinale Romeo
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“Se ci pensiamo in quella notte santa si consuma un dramma: una coppia di giovani sposi, lontani dalla loro città di Nazareth, in viaggio per il censimento, deve affrontare il momento atteso da tempo: la nascita del loro figlio. E’ il tempo meno opportuno, secondo le valutazioni umane. Sono le condizioni più precarie, se dovessimo giudicare con i nostri schemi. Ma Dio sceglie quel momento, quel tempo, quella storia per far germogliare la salvezza”.

E’ un passaggio dell’omelia pronunciata nel giorno di Natale, in cattedrale, dall’arcivescovo di Palermo Paolo Romeo. Pur nella precarietà, spiega il cardinale, Giuseppe e Maria “assumono quella storia, con fede e coraggio, ben consapevoli che quella storia e’ il luogo in cui Dio sta scrivendo il Vangelo della salvezza: sono autentici collaboratori del piano di Dio e fiduciosamente si pongono al suo servizio, perché questo piano si compia anche attraverso il dramma improvviso del trovarsi senza alloggio e senza opportuna assistenza per la madre e il piccolo”. Una “grande lezione per noi”, è convinto Romeo, “specie in questo tempo di crisi. Crisi economica e finanziaria che, in ultima analisi, si fonda sulla crisi etica che minaccia il vecchio continente. Anche se valori come la solidarietà, l’impegno per gli altri, la responsabilità per i poveri e i sofferenti sono in gran parte indiscussi, manca spesso la forza motivante, capace di indurre il singolo e i grandi gruppi sociali a rinunce e sacrifici”.

 Nella crisi che ci attraversa, “in cui avvertiamo soprattutto gli artigli dell’incertezza economica”, per l’arcivescovo di Palermo “bisogna guardare oltre e più profondamente alla crisi dell’uomo contemporaneo che si chiude sempre più nel suo egoismo, convinto di aggrapparsi ad ancore di salvezza appaganti ed illusorie”. Invece, il futuro deve – oggi più che mai – “passare da questa logica della condivisione, concretamente evangelica e profondamente umana, perché ognuno possa rivedere i propri stili di vita secondo criteri di sobrietà e semplicità, eliminando il tanto che c’è di superfluo e facendo attenzione reale ai bisogni di chi ci sta attorno, nelle nostre famiglie, nei nostri condomini, nei nostri quartieri, nella nostra città”.

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