Questa morte carica di anni – sono novantuno – è soltanto diversamente tremenda rispetto all’addio inatteso nel fiore del tempo. I funerali del Professore Palazzo Adriano, il medico di Palermo, come è stato definito, raccontano lo stupore per la scomparsa di qualcuno che era considerato, a ragione, prezioso e perenne dalla sua città. Come andare, in una domenica d’estate, al mare e non trovarlo più. E adesso come faremo senza di lui? Ecco il pensiero, solidificato in parole nette, o semplicemente circolante nella sua forma sussurrata, davanti alla chiesa di San Giovanni Battista a Tommaso Natale, affollatissima al suo interno. Come faremo senza il Professore, che visitava tutti, si faceva pagare poco o niente ed è stato a casa di qualcuno, per curare, consigliare, confortare, fino al giorno prima della sua scomparsa?
Si è parlato spesso di un episodio, di una una salvezza consacrata alla cura dei pazienti, con abnegazione. “In realtà – è il parere di chi con il Professore ha lavorato – dava tutto se stesso perché era fatto così. Perché era un uomo buono, credente e generoso, dal cuore immenso”. C’è chi racconta: “Ci siamo lasciati, ha detto: vado al mare. Lunedì ci vediamo e riprendiamo le visite. Ora siamo qui a salutarlo”. E le lacrime punteggiano la cronaca di un addio.
Monsignor Giovanni Lo Giudice, nella sua omelia, tratteggia il carattere di una personalità inestimabile: “Mario nella sua vita, di professore e di medico, ha saputo annunciare il Vangelo. Ha combattuto la buona battaglia. Non perdeva mai di vista i pazienti, anche dopo la pensione. Era la sua missione. Lui era l’amico di tutti”.
Tra i fedeli ci sono Roberto Lagalla e Leoluca Orlando, sindaco ed ex sindaco di Palermo, nell’omaggio a una figura indimenticabile per più generazioni. “Porto il cordoglio di un’intera città – dice il sindaco – testimoniato da questo significativo numero di presenti. Mario Palazzo Adriano è entrato nelle case dei palermitani, come nessun altro. Lo ha fatto per quella sua vocazione ad essere amico e medico di prossimità”.
Il professore Elio Cardinale ricorda: “E’ venuto a visitarmi il giorno prima. Non faccio altro che rigirarmi tra le mani la sua ultima ricetta. Mario era il medico di Palermo”. Infine, i parenti: il fratello e le nipoti che ringraziano dell’abbraccio commosso e ne offrono uno ancora più grande. Il Professore Mario Palazzo Adriano se ne va, con la memoria dei suoi sorrisi, delle sua umanissima sapienza, della sua adorata cioccolata e della sua musica classica. E se ne va per il sentiero migliore. Tutti lo ricorderemo per avere tolto spesso il male e – quando non era possibile – la paura del male, con la dolcezza di un custode del bene. Esiste una forma di guarigione più grande? (rp)