SALEMI (TRAPANI) – “Alla piccola ho detto che la mamma è fuori per lavoro. Una bugia, non vedrà mai più mia sorella”. Sono le parole di Mauro Leo, fratello di Marisa, la donna uccisa a fucilate dal suo compagno. Il suo pensiero va alla figlia di Marisa, rimasta orfana a quattro anni, di cui ha chiesto l’affidamento.
“Mi considero un padre della nipotina”
“Io mi considero – dice Mauro al Corriere della Sera – già padre e madre della mia nipotina. Non ho trovato le parole per dirle cos’è successo. È stato già faticoso trovarle per i miei genitori. Mia madre, 68 anni. Mio padre, 80. Entrambi col cuore a pezzi, incapaci di reagire, inebetiti dalla violenza che si è abbattuta su di noi”.
Mattinata in Questura
Per il fratello della vittima, stamattina in questura a Trapani, “il copione di queste tragedie è sempre lo stesso. I giornali scrivono sempre lo stesso pezzo. E noi tutti non avvertiamo la gravità del pericolo. C’è quasi sempre un uomo che non si rassegna a vedere la ‘sua’ donna indipendente. Incapace di capire che quando cessa l’amore si possono avere rapporti civili e ognuno può decidere la propria strada, la propria vita”.
La difficile vita di molte donne
Mauro Leo non si dà pace e ricorda che ciò che è successo a sua sorella è già capitato altre volte. “C’è sempre una donna convinta – aggiunge ancora – che a lei non possa accadere quanto legge sui giornali. Sì, eravamo arrivati alle denunce. Ritirate perché mia sorella ha sempre sperato di mantenere quei rapporti civili. ‘Per fare crescere bene la nostra bimba’, diceva”.
La speranza tradita
Poi la fine del rapporto e quel barlume di speranza nel tentare di ricucire i rapporti per salvaguardare la bambina. Mauro Leo dice: “Mia sorella si illudeva, ma nelle ultime settimane deve avere capito che la cosa non andava. Certo, le dicevamo di stare in guardia. Ma quello era sempre il papà della bimba. E peraltro si presentava sempre col sorriso. Anche davanti a me che, come Marisa, speravo, mi illudevo, senza potere immaginare cosa gli macinava in testa…”.