Mascalucia, la questione Acoset |Le precisazioni del presidente Rizzo - Live Sicilia

Mascalucia, la questione Acoset |Le precisazioni del presidente Rizzo

Il presidente fa chiarezza in merito ai disservizi idrici registrati questa estate nel comune etneo.

Diritto di replica
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Gentile redazione Livesicilia,

Dopo l’ennesimo attacco all’Acoset SpA e questa volta diretto personalmente al sottoscritto, mi vedo costretto a fare chiarezza su quanto affermato tra le colonne del vostro giornale. Premetto che l’azienda che sono stato chiamato a dirigere gestisce il servizio idrico con 20 comuni su un territorio davvero smisurato che va da Bronte ad Aci Sant’Antonio cercando di coprire il fabbisogno di circa 90.000 utenze. Le fonti di approvvigionamento di proprietà consortile sono quattro e precisamente le falde di Maniace, la galleria Ciapparazzo a Bronte, i pozzi Macrì, Sacro Cuore e ex Saicop a Pedara, quelle di proprietà dei comuni afferenti sono altrettanti e precisamente i pozzi Serafica e Piano Elisi a Nicolosi, Difesa a Belpasso e Muri Antichi a Trecastagni. Acoset inoltre attinge a gestori privati e pubblici (Sidra SpA) per coprire integralmente le forniture. Orbene la vetustà della rete idrica, causa di continue e frequenti perdite dovute al fatto che nessun intervento di manutenzione delle reti era stato mai effettuato, preferendo investire cospicue risorse in altre Aziende di altre province della Sicilia piuttosto che nel nostro territorio. Dal 2013, data del mio insediamento ho cercato di iniziare, seppur con le sole risibilissime risorse provenienti solo da una oculata ristrutturazione finanziaria ed economica della spesa in conto al bilancio societario, di ammodernare le dorsali di captazione (Ciapparazzo) e di promuovere in project financing la ristrutturazione della Maniace, di intervenire sui tratti della rete e dei serbatoi con nuove condotte di collegamento e di scambio oltre che a rafforzare, aggiornandolo ed integrandolo, il sistema del telecontrollo. Per la prima volta inoltre sono stati concordati con le rappresentanze sindacali interventi strutturali sulla sicurezza dei luoghi di lavoro.

Quanto accaduto a Mascalucia questa estate, limitatamente alle zone riportate nell’articolo (meno di 100 utenze), è dovuto al fatto che i consumi di acqua per usi differenti da quello umano (irrigazione) sono in netto aumento, vi è stata e permane una difficoltà a spingere i flussi idrici dentro tali zone dotate a monte di impianti e serbatoi con strettoie, snodi obsoleti e dalla rete fatiscente, occorrendo per la rimozione di tali impedimenti degli investimenti che Acoset, da sola, non è in grado di sopportare finanziariamente. Avendo già previsto questa situazione Acoset già nella primavera del 2014 aveva valutato e prospettato due soluzioni. La prima l’allaccio attraverso una bretella di collegamento di circa 100mt. con una diversa rete di adduzione di Acoset da effettuarsi tra la via Etnea e la SP10, contigua al rifornimento del gas. La seconda soluzione la possibilità di attingere per 30 l/s dal pozzo Madonna dell’Idria in territorio di Tremestieri Etneo la cui l’acqua di buona qualità e ad un prezzo convenientissimo, €. 0.21/l, avrebbe risolto, fintanto non fosse stato possibile intervenire diversamente (rifacimento delle rete), alla copertura dell’intero fabbisogno della città.

Per quanto riguarda la prima soluzione, siamo in attesa da due anni di una autorizzazione allo scavo, non essendo stata ancora chiarita, da parte dell’U.T.C. e dell’Amministrazione Comunale la proprietà della stradella (dove però è presente l’illuminazione pubblica, la rete fognaria, e la rete di una altro gestore di acque privato).

Per quanto riguarda la seconda soluzione la questione è ancora più complicata: nonostante il pozzo Madonna dell’Idria abbia servito per diversi decenni il gestore Sidra SpA, l’area di rispetto di tale impianto, benché visibile a tutti, non risulta ascritta negli strumenti urbanistici (PdF, PRG) dei comuni di Tremestieri Etneo, su cui insiste, e di Mascalucia, cui è contigua. Su richiesta di Acoset il Commissario Straordinario del Comune di Tremestieri Etneo ha emanato due Ordinanze, la n.26 del 30.04.2015 e la n.27 del 15.05.2015 per superare tale evidentissima discrasia amministrativa e tecnica presente nel proprio strumento urbanistico. Parallelamente la richiesta è stata rivolta anche al Sindaco del Comune di Mascalucia che a tutt’oggi, non ostante la questione sia stata portata alla ribalta anche da consiglieri comunali del proprio Comune (http://www.mascalucia5stelle.it/2015/08/comunicato-politico-crisi-idrica.html) e dalla stampa locale oltre ad essere stata oggetto di apposita convocazione in Prefettura di Catania il 24 agosto, non ha avuto ancora risconto positivo.

Di tutta questa vicenda quello che mi dispiace di più, oltre al fatto che in questi tre anni di presidenza ho cercato, attraverso modelli manageriali e non politici, di far convergere il diritto all’acqua pubblica con le esigenze di tutti i comuni soci e degli utenti, compatibilmente con le condizioni finanziarie dell’Acoset e della sua rete di distribuzione, è leggere che alcuni esponenti del partito al quale mi onoro di appartenere e con i quali ho condiviso gli ideali e oltre trent’anni di militanza politica gridino addirittura allo scandalo o alla telenovela. Mi addolora ancor di più del fatto che qualcuno di loro, da amministratore di lungo corso del Comune di Mascalucia, avrebbe dovuto essere più accorto nel ruolo di consigliere comunale ad attenzionare, nel rispetto di argomenti così importanti quali la salute e la tutela ambientale, la localizzazione delle aree di rispetto del PRG vigente così come previste dagli artt. 31 e 32 dalle Norme di Attuazione del PRG, già da 2000, specialmente per un pozzo che ha fornito acqua alla città di Catania. Gli attacchi diretti all’Acoset e al sottoscritto per sfruttare a fini politici le faide interne di partito, oltre che scorrette, fanno presagire scenari di spartizioni di poltrone che poco hanno a che vedere con i servizi da rendere ai cittadini che si amministrano.

Un’ultima precisazione riguarda la tariffazione dell’acqua che, sempre a leggere le dichiarazioni riportate, sarebbe beffardamente alta. Detto da un utente qualsiasi la questione potrebbe anche essere di per se accettata, ma che ad affermarla sia un consigliere comunale, che dovrebbe sapere che dal 2013 è un organismo di governo, l’AUTORITÀ PER L’ENERGIA ELETTRICA IL GAS E IL SISTEMA IDRICO e non l’Acoset SpA, a stabilire le tariffe in bolletta, denota quantomeno improvvisazione e scarsa conoscenza delle normative vigenti.

Inoltre, per dovere di cronaca, occorre ricordare che la provincia di Catania è l’unica in Sicilia dove l’acqua, bene pubblico, viene gestita da operatori privati non in regime di concessione con i Comuni serviti.

Giuseppe Rizzo – Presidente Acoset SpA

 

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