I punti sono 18, ma il nodo è la sfida. “La sfida a tutte le forze politiche perché sia una corsa di legalità vera, non a parole. Una sfida a misurare scelte di responsabilità”. Parole e musica di Massimo Russo, motore della lista “Palermo Avvenire”, che impone agli aspiranti consiglieri comunali la sottoscrizione di un “patto etico” per le elezioni: un documento che, fra gli altri elementi, sbarra la strada ai candidati con procedimenti penali in corso o condanne per reati non colposi e che impone loro le dimissioni in caso di condanna anche di primo grado.
L’assunto di fondo è molto semplice. “Il patto etico – spiega Russo – nasce da un’esigenza di estrema coerenza, quella di far seguire alle parole i fatti. Nella vita, prima come magistrato e adesso come esponente della politica, ho visto dire ai partiti che ‘sarebbe necessario un controllo di legalità sui candidati’. Ma poi non sono mai arrivati i fatti. Bene, stavolta lo facciamo noi”. Una valutazione che porta con sé un rilancio: “Queste cose – dice Russo – si sono sempre dette. Si sono dette a destra, al centro e in particolar modo a sinistra. Da Palermo, quest’anno, deve partire una grandissima innovazione: chiederò al nostro candidato sindaco, Alessandro Aricò, di farlo sottoscrivere a tutti i partiti che lo appoggiano”. Ma la proposta vuol essere trasversale agli schieramenti: “Chiederò lo stesso a chi appoggia Ferrandelli, a chi appoggia Costa, a chi sta con la Caronia o con Nuti. Insomma: a tutti. Chi chiede il voto alla gente deve dare garanzie”.
Le garanzie chieste da Russo, fra l’altro, riguardano anche i redditi. Nel documento, che può essere consultato fra i correlati di questo articolo e sul sito di “Palermo Avvenire”, c’è anche l’obbligo di “rendere disponibile ogni anno copia della dichiarazione dei redditi e comunicare ogni eventuale partecipazione a società, enti e organizzazioni che hanno rapporti con la pubblica amministrazione”. Obiettivo, per dirla con Russo, “una trasparenza totale, perché chi gestisce la cosa pubblica amministra i soldi della collettività. Del resto ‘Non lo facciamo per mestiere’ è lo slogan della nostra lista”.
Una lista che, però, avvisa l’assessore-pm, “non dev’essere considerata una ‘lista Russo’”. Perché, secondo il responsabile della Sanità nel governo Lombardo, “le liste padronali, legate a una persona, hanno creato sogni, illuso e poi deluso. Io – afferma Russo – ci sto mettendo la faccia, ma stiamo candidando un metodo diverso di gestione della cosa pubblica”. Un metodo che si ispira all’esperienza da assessore: “Quell’idea di cambiamento – sottolinea Russo – è stata il collante per costruire anche un percorso politico”. Un percorso che oggi sfocia in una lista, in un patto etico. E, soprattutto, in una sfida.