Massoneria, scontro tra deputati | Miccichè ferma la seduta - Live Sicilia

Massoneria, scontro tra deputati | Miccichè ferma la seduta

Molte le resistenze nel Parlamento regionale. Dubbi sulla costituzionalità della norma.

PALERMO – Il ddl sull’obbligo di dichiarazione dell’appartenenza alla Massoneria rimane nel limbo. Tutti i deputati che salgono sul podio per parlare dichiarano di non essere massoni ma il dibattito parlamentare affossa la discussione degli emendamenti. Così il tenore della seduta è quello della discussione generale mentre, già oggi, l’aula avrebbe dovuto scendere nello specifico e approvare gli emendamenti.

Il testo della proposta di legge è leggero, quatto articoli di legge. Il primo propone che entro 45 giorni dall’elezione i deputati, il presidente della Regione e la giunta depositino alla presidenza dell’Ars una dichiarazione che racconti l’eventuale appartenenza alle associazioni massoniche o a qualsiasi associazione che preveda vincoli gerarchici, solidaristici e di obbedienza. Il secondo articolo prevede che la presidenza dell’Ars fissi le sanzioni per chi non presenta la dichiarazione. La terza norma poi fissa i termini per l’obbligo di dichiarazione in questa legislatura. L’ultimo articolo, infine, regola la pubblicazione della legge. Eppure gli emendamenti da discutere non mancavano con sedici proposte di modifica dell’articolo uno, undici proposte di modifica dell’articolo due e due proposte di modifica all’articolo tre.

Che le cose sarebbero andate per le lunghe si percepiva già dopo l’approvazione della legge sulla vendita diretta dei prodotti agricoli. La seduta era stata sospesa per una lunga conferenza dei capigruppo in cui gli uffici hanno sollevato tutti i dubbi di legittimità sull’articolato proposto da Claudio Fava, presidente della Commissione Antimafia dell’Ars. La seduta è ripresa per una veloce dichiarazione del presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè: “A seguito di alcune criticità sollevate dagli uffici sul testo di legge la seduta è sospesa per un’ora”.

Secondo gli uffici il ddl potrebbe essere in contrasto con gli articoli 2, 3 e 18 della Costituzione in quanto discriminatorio: infatti sarebbe leso il diritto di libera associazione dei deputati e il principio di uguaglianza rispetto all’esistenza dell’obbligo di dichiarazione solo per la Massoneria. Inoltre la legge potrebbe essere in contrasto l’articolo quattordici e undici della Convenzione europea per i diritti dell’Uomo che riconoscono gli stessi diritti della Costituzione. Infine una tale dichiarazione non rispetterebbe l’articolo sedici per il Trattato dell’Unione Europea e l’articolo uno del regolamento europeo per la protezione dei diritti e delle libertà delle persone fisiche: la normativa sulla privacy.

Al ritorno dalla sospensione Miccichè ha annunciato che esiste qualche dubbi di legittimità delle regole costituzionali e del diritto internazionale. “Altre regioni – ha affermato il presidente dell’Ars – approveranno una legge simile senza il riferimento alla Massoneria. Ritengo comunque – ha concluso – che occorra comunque andare avanti perché siamo in un momento in cui la Sicilia deve dare un segnale del cambiamento che sta vivendo”.

A discussione aperta c’è stato chi si è apertamente schierato contro la legge come Eleonora Lo Curto (Udc) e Antonio Catalfamo (Fdi), altri come Giuseppe Milazzo (Fi) e Giuseppe Compagnone (PopAut) hanno proposto che la norma prevedesse la dichiarazione di appartenenza a qualsiasi associazione. Antonello Cracolici (Pd) e Valentina Zafanana (M5s) invece hanno espresso il loro appoggio alla legge.

Il ddl è stato infine “affossato” sulla base di una richiesta di Giuseppe Milazzo, capogruppo di Forza Italia, che ha chiesto una riscrittura dell’articolo uno da parte della commissione ferma restando la discussione in aula. Claudio Fava relatore della proposta di legge si è schierato contro l’ipotesi. “Il punto delle osservazioni avanzate da Milazzo per una riscrittura della norma – ha commentato – non è trovare una formulazione che possa piacere a tutti ma il punto è formulare una norma per vanificare l’intenzione profonda di questa proposta di legge”. Alla conta dei favorevoli alla riscrittura l’aula è andata in panne e Miccichè ha deciso di rinviare tutto a domani pomeriggio. Sperando che intanto si raggiunga un accordo sul testo.

Finita la seduta Vincenzo Figuccia commenta quanto successo in Sala d’Ercole: “E mentre la Sicilia affonda sui temi del lavoro e delle nuove povertà, a levarsi di un coro unanime, l’Assemblea rinvia il dibattito nella speranza di bocciare la legge sulla dichiarazione di appartenenza alla Massoneria”.

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