TERMINI IMERESE (PALERMO) – Si dovrà attendere la giornata di martedì perché tutti i focolai siano spenti. Il maxi incendio divampato nella notte tra venerdì e sabato nella zona industriale di Termini Imerese non è ancora stato estinto completamente e al lavoro ci sono ancora una decina di squadre dei vigili del fuoco.
I carabinieri della compagnia di Termini Imerese stanno nel frattempo raccogliendo tutti gli elementi utili per risalire alle cause del rogo che distrutto un capannone della ditta di detersivi “Lo Piccolo” oltre all’area di stoccaggio rifiuti appartenente alla “Lvs” che si occupa di raccolta differenziata e una lavanderia industriale. Le fiamme avrebbero avuto origine dal capannone in cui erano custoditi i detersivi, ma sui motivi che hanno ridotto la struttura e la merce in cenere, è ancora giallo. Tutte le ipotesi restano infatti al momento in piedi: alla base del rogo potrebbe esserci un incidente, proprio come è già successo l’anno scorso, il 26 settembre.
Anche quel giorno le fiamme furono alte e nere, al punto da rendere necessario il monitoraggio dell’aria da parte dell’Arpa. Fu precisato che ad innescare le fiamme era stata una scintilla prodotta da un macchinario. Ma non è escluso che si tratti di un attentato, di un’intimidazione da parte degli esattori del racket. I carabinieri di Termini Imerese in queste ore stanno ascoltando i titolari delle tre ditte, Gaetano Rubino, Giovan Battista Lo Piccolo e Domenico Stefano e soltanto al termine del lavoro dei vigili del fuoco sarà chiaro cosa sia successo.
“E’ necessario che l’area, vastissima, venga prima bonificata dai pompieri – spiega il capitano Gennaro Petruzzelli -. Insieme a loro ci muoveremo all’interno dei capannoni per risalire alle cause del rogo ed accertare quale sia stato il punto preciso da cui sono divampate le fiamme. Al momento non escludiamo alcuna pista. I titolari delle ditte hanno affermato di non avere mai ricevute richieste di pizzo, stiamo cercando riscontri anche su questo fronte”.