Mazara, in bilico il reparto di Ginecologia - Live Sicilia

Mazara, in bilico il reparto di Ginecologia

La cicogna non farà più tappa a Mazara del Vallo. Nella patria di Massimo Russo, infatti, il reparto di Ostetricia e Ginecologia potrebbe essere tagliato fuori dal piano di rientro. Il motivo? Le nascite annue sono inferiori alla soglia minima, fissata a quota 500 dal Ministero per la Sanità. Poco importa se il 2009 ha registrato 487 neonati in reparto e il 2010 poco meno di 500. La finanziaria di Tremonti è inflessibile e la Ginecologia dell’ospedale “Abele Ajello” di Mazara del Vallo rischierebbe di chiudere. Secondo il primo cittadino Nicola Cristaldi, che ha sollevato la questione, la decisione in merito alle sorti del reparto sarebbe in questi giorni al vaglio dell’Asp di Trapani. Ma dall’azienda sanitaria le bocche restano cucite. Nessuna smentita, nessuna conferma. Il pericolo della chiusura, insomma, potrebbe esserci davvero.

Nella provincia trapanese i punti nascita sono attualmente cinque: Castelvetrano, Trapani-Erice, Marsala, Alcamo e Mazara del Vallo. Di questi, proprio gli ultimi due rischiano di saltare. Ma sul reparto mazarese, la comunità cittadina proprio non ci sta e non sono poche le voci di corridoio che gridano all’ingiustizia, a fronte di un calo delle nascite dovuto alla chiusura di alcune sale operatorie per lavori in corso, nonché alla carenza di personale.

“La notizia, se confermata – scrive il sindaco Nicola Cristaldo in una nota – suscita preoccupazione nella comunità mazarese e spinge questa Amministrazione ad esprimere vivo dissenso per la decisione in netto contrasto con le ripetute assicurazioni della dirigenza dell’ASP di Trapani circa il diritto di Mazara del Vallo ad avere strutture adeguate ad una Città di circa 60.000 abitanti e con una presenza rilevantissima di immigrati. La città di Mazara del Vallo – conclude il primo cittadino – esprime amarezza e rabbia e chiede che non venga lesa nelle sue tradizioni civiche e sanitarie”. Mazara, insomma, non ci sta e promette battaglia, per non diventare l’ennesima città fantasma, su cui non volano le cicogne.


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