Dopo quarant’anni di precariato strutturale, presentare l’aumento delle giornate lavorative come una “svolta storica” appare non solo insufficiente, ma profondamente offensivo per migliaia di lavoratrici e lavoratori forestali. Portare le giornate da 151 a 174, da 101 a 124 e da 78 a 101 non è una riforma: è l’ennesimo rattoppo su una ferita che la politica regionale sceglie consapevolmente di non curare. Si continua a parlare di “passo avanti” e di “gestione sostenibile del territorio”, ma si evita accuratamente di affrontare il nodo centrale: la stabilizzazione di chi da decenni garantisce la tutela dei boschi siciliani in condizioni di precarietà permanente. Migliaia di operai che ogni anno vengono richiamati al lavoro, formati, utilizzati e poi rimandati a casa, senza certezze, senza dignità, senza futuro.Dopo 40 anni, non è accettabile che la Regione Sicilia consideri un aumento di qualche settimana lavorativa come una concessione straordinaria. Non è rispetto, non è valorizzazione del lavoro, non è programmazione. È solo il rinvio dell’ennesima riforma annunciata e mai realizzata.Si parla di sostenibilità ambientale, ma non esiste sostenibilità senza sostenibilità sociale. Non si può difendere il territorio continuando a tenere in ostaggio chi quel territorio lo cura ogni giorno. La vera riforma sarebbe uscire definitivamente dal bacino del precariato, riconoscendo diritti, stabilità e dignità a lavoratori che hanno già ampiamente dimostrato il loro valore.Dopo quattro decenni di attese, promesse e sacrifici, questo emendamento non rappresenta un traguardo: rappresenta l’ennesima occasione mancata. E soprattutto, una grave mancanza di rispetto verso chi chiede solo ciò che gli spetta.


Controllate anche i farmacisti delle farmacie private……
li dovrebbero fare anche per il personale amministrativo delle aziende ospedaliere e delle asp. Che poi magari fanno i concorsi, vogliono il green pass dai concorrenti e chi a vario titolo fa parte delle commissioni esaminatrici non è vaccinato.
piu’ trascorre il tempo dopo la vaccinazione, meno protezione si ha dal virus, quindi tanto rumore per nulla con sto Green Pass
chi ha avuto il vaccino anti Covid-19 in gennaio la protezione dalle infezioni è scesa al 16%, Di conseguenza per chi si è vaccinato in gennaio la protezione dall’infezione è scesa al 16%, al 44% nei vaccinati in febbraio, al 67% nei vaccinati in marzo e al 75% per i vaccinati in aprile. Facendo la media quindi, il livello di protezione dalle infezioni è sceso al 39%. lo indicano i dati del ministero della Salute di Israele.
Considerato che siamo in una repubblica stalinista incaricate il KGB
Provate con l’olio di ricino o il confino
Magari il preziosissimo olio riserviamolo solo a quelli della sinistra che sono già tanti……
A tutt’oggi, in Italia, nessun cittadino può essere obbligato a vaccinarsi, in ragione del fatto che la condizione a tal fine stabilita dall’art. 32, secondo comma, della Costituzione (“Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”) non è stata soddisfatta, eccezion fatta per gli esercenti le professioni sanitarie, obbligati a vaccinarsi – in deroga al principio generale del consenso informato sancito fin dal 1947 dal Codice di Norimberga – in forza del Decreto Legge 1° aprile 2021, n. 44, adottato dal governo e convertito dal Parlamento nella legge 28 maggio 2021, n. 76.
Ciò equivale ad un Trattamento Sanitario Obligatorio per il quale non è necessario firmare un consenso informato.
Quindi esercenti professioni sanitarie e presto gli insegnanti non hanno il dovere di firmare il consenso informato