Medici, insegnanti e impiegati | La presunta truffa della 104 - Live Sicilia

Medici, insegnanti e impiegati | La presunta truffa della 104

L'inchiesta tra Raffadali e Favara. Le persone coinvolte nell'inchiesta.

AGRIGENTO-  La prima indagine era stata chiamata “La carica delle 104” prendendo spunto dal numero delle persone indagate, 101, tra medici, insegnanti e funzionari di uffici pubblici ed enti previdenziali. Adesso però i numeri sono più che raddoppiati: da quel filone che portò alla luce un giro presunto per produrre false attestazioni al fine di beneficiare della legge 104, dopo due anni di indagini, vengono fuori altri 252 nomi di persone indagate che scuotono ancora oggi il mondo della scuola e quello dei medici agrigentini.

Fra questi nomi ci sono circa cento medici e altri tra insegnanti e impiegati, quasi tutti provenienti da Raffadali e Favara oltre che dal capoluogo. Nel listone dei 252 indagati, tra cui compaiono anche diverse persone coinvolte nel primo filone delle inchieste, ci sono moltissimi insegnanti che hanno ottenuto la richiesta. Per loro l’accusa è di falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici in concorso tra loro. Fra tutti gli indagati spicca il nome dell’ex consigliere di Favara, Angelo Alaimo e di Davide Rampello, 50enne già in pensione di Raffadali, considerati già nella prima indagine due tra gli artefici dal sistema strutturato per aggirare le norme per ottenere i benefici della legge 104 attraverso certificati medici falsificati. Le indagini anche questa volta non accennano a concludersi e, così come la prima indagine, potrebbero essere corredate da video che mostrano falsi invalidi o medici che spiegano come fare per ottenere falsi certificati medici, oltre a intercettazioni telefoniche e pedinamenti.

“Quello che emerge dalle inchieste della magistratura, a iniziare da Agrigento, sui furbetti della 104 disegna uno spaccato che, se le accuse saranno dimostrate, è veramente indegno – scrive su Facebook il Sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone – Non si tratta solo dei reati penali commessi ma di qualcosa di più e di peggio che coinvolge la sfera dei sentimenti, della solidarietà, della convivenza civile. Chi si approfitta di una legge nata per aiutare le famiglie che hanno bisogno di assistere una persona cara non commette solo un reato ma compie un vero e proprio ‘furto della speranza di futuro’. Il trasferimento o qualsiasi beneficio ottenuto illecitamente, infatti, sottraggono il posto a chi invece ne avrebbe davvero bisogno. Chi con leggerezza criminale compie questi gesti non pensa alla sofferenza che causa ad altri. Ecco, è questa la cosa che mi colpisce più degli aspetti legali. Quando è scoppiato il caso della “carica delle 104” sono andato subito a Menfi, nella scuola da cui è partito tutto, per denunciare con la mia presenza un reato che fa male a chi avrebbe bisogno più di altri di sostegno. Ho incontrato personalmente una mamma con un figlio in carrozzina che non trovava posto nonostante le spettasse, ho incontrato tanti che, con diritto, dovrebbero avvalersi di una legge pensata proprio per loro. Ho visto in loro la disperazione, il senso di frustrazione per qualcosa di dovuto e di necessario per la loro esistenza che gli veniva “rubato”. Per questo non solo mi indigna ma trovo squallido questo modo di concepire la convivenza civile. Questo Paese deve uscire dalla logica dei furbetti e pensare non più al singolo ma alla collettività. Solo così potremo crescere davvero come società. E scusatemi se ancora mi indigno dal profondo del cuore per queste cose ma voglio credere e credo in una Italia, in una Sicilia migliori di così”.

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