"Meglio morto che tornare in Libia" | Il racconto di un migrante - Live Sicilia

“Meglio morto che tornare in Libia” | Il racconto di un migrante

Il testimone a bordo di nave Aquarius.

Immigrazione
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AUGUSTA (SIRACUSA) – Provengono da 26 Paesi i 450 migranti soccorsi nel mare Mediterraneo da nave Aquarius, noleggiata da Sos Mediterranèe con a bordo personale di medici senza frontiere, che sta facendo rotta per Augusta, nel Siracusano, dove arriverà in serata. Gran parte dei sopravvissuti sono affetti da mal di mare a causa delle cattive condizioni meteorologiche. Una donna in procinto di partorire, oltre a una persona gravemente disabile sono state affidate alle cure del team di Msf. Il salvataggio più drammatico quello di un gommone in balia del mare mosso e del forte vento. “Sulla spiaggia le persone avevano paura di fronte al mare agitato. Ma le guardie in uniforme ci hanno puntato contro le pistole e costretto a salire”, ha riferito uno dei naufraghi al personale di Sos Mediterranée. “Preferisco morire piuttosto che tornare in prigione – ha raccontato un 25enne camerunense – un giorno in prigione in Libia una guardia ha sparato in aria e tutti sono fuggiti. Io no. Ero sdraiato a terra, la guardia mi ha colpito alla testa con delle pietre, sanguinavo. In cella ci hanno picchiato: mani e piedi legati, appesi a testa in giù, ci hanno colpito per tre giorni sulle articolazioni. Quando gli europei venivano a visitarci le guardie ci dicevano di non parlare”. “Una volta un rappresentante ufficiale della Guinea – ha ricostruito una donna di quel Paese – è venuto nella nostra prigione per visitarla e portare delle persone all’aeroporto per rimandarle nel loro Paese. La mia amica temeva fosse un inganno e che ci avrebbero preso per torturarci, così ci siamo nascoste. Pochi giorni dopo è stata violentata e picchiata. È morta”. Un tredicenne della Guinea ha raccontato di aver tentato due volte di fuggire dalla Libia via mare: “La prima volta la barca si è sgonfiata, tutti urlavano, siamo tornati sulla spiaggia spinti dalle onde. La seconda volta la barca è stata fermata dagli Asma Boys, i criminali del mare, e siamo stati riportati indietro”.

(ANSA)


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