“Sì, all’utenza di cittadinanza. No al reddito di cittadinanza”. Giorgia Meloni affronta la folla catanese nella consapevolezza che la Sicilia è una delle terre che più ha beneficiato dello strumento simbolo del fu governo gialloverde. “Voglio mettere le cose in chiaro, non voglio levare niente a nessuno: ma voglio vedere sempre più giovani con un posto di lavoro a tempo indeterminati”. E applausi.
Bagno di folla alle Ciminiere di Catania. Giorgia Meloni è accompagnata da due presidenti. Nello Musumeci, il presidente della Regione siciliana uscente, e Renato Schifani, già presidente del Senato e candidato governatore siciliano per il centrodestra. Il nome di quest’ultimo è stato deciso dopo una querelle al cardiopalma che ha visto far fuori nuovi del calibro di Stefania Prestigiacomo e Gianfranco Miccicché. Raffaele Stancanelli (grande assente). E Nello Musumeci.
Sulla mancata candidatura di quest’ultimo, Meloni ha voluto glissare platealmente. Segnale che in quei giorni sia accaduto davvero di tutto nel centrodestra non soltanto siciliano. La leader di Fratelli d’Italia sta già pensando ad altro. A battere il Paese regione per regione. Oggi è toccato alla Sicilia, con le tappe di Messina (mentre c’era anche Matteo Salvini) e, appunto, Catania.
Il leitmotiv del comizio è una risposta punto per punto alle parole d’ordine del centrosinistra. “L’Italia e’ nelle condizioni in cui si trova per colpa degli ultimi 10 anni di governo. Letta scrive ‘viva le devianza’, un’affermazione un poco ‘tafazziana’. Li vedo molto in difficolta’, parlano di noi invece dei programmi”, ci scherza.
“Ma noi non accettiamo provocazioni, perchè la violenza serve solo a mistificare. Se sei sicuro spieghi che puoi fare meglio, non dire che gli altri sono impresentabili”, ha aggiunto.
“Oggi il mood degli artisti e’ ‘mi alzo e insulto Giorgia Meloni’. Secondo voi, e’ possibile che non ne esista uno che la pensi in maniera diversa? Secondo me no, e’ invece possibile che quelli che la pensano in maniera diversa non hanno il coraggio di dirlo. Non e’ che lo fanno perche’ pensano che questa sinistra democratica poi non li fa piu’ lavorare?”.
“Oggi c’e’ un sondaggio che ci da’ al 25% e per questo devo ringraziare tutti, perche’ questo partito, partendo dall’1%, non l’ho fatto io, ma grazie alla nostra classe dirigente e quegli italiani che ascoltano quello che diciamo”.
“Io sogno una Nazione nella quale tu per essere un buon docente non devi avere la tessera della Cgil, per fare bene il magistrato non devi essere per forza iscritto all’Anm. Sogno – ha detto ancora – una nazione in cui le persone che hanno dovuto abbassare la testa per tanti anni facendo finta che la pensavano in maniera diversa se no sarebbero stati tutti cacciati, possano dire come la pensano e non perdere il posto di lavoro. Io voglio un’Italia normale”.
Meloni ha voluto parlare soprattutto di temi economici. ”Al Paese – ha aggiunto – serve una strategia industriale. Non abbiamo investito nell’economia ‘blu’ perche’ non abbiamo investito sul mare e sulle sue infrastrutture. Il marchio Italia e’ il terzo marchio per riconoscibilita’ al mondo: nel mercato globale vinci con la qualità non con la quantità”.
“I cittadini non possono restare senza energia a casa. Chiamiamo tutti a raccolta e mettiamo a confronto tutte le nostre idee. Domani sono pronta ad andare in Parlamento per discutere del taglio del costo delle bollette. Lo Stato puo’ tagliare le imposte sulle bollette per esempio”.
Un assist, infine, a favore di Nello Musumeci. ”La Sicilia negli ultimi anni e’ prima in tanti posti: stazione appaltanti posti creati in terapie intensive attenzione categorie produttive, turismo. Quindi dobbiamo dire grazie a Nello Musumeci e siamo grati che abbia accettato l’offerta di candidarsi al Senato. Grazie anche a Renato Schifani che tiene coalizione compatta. E grazie a FdI perche’ se non fosse stato per noi questa coalizione non avrebbe corso unita, perche’ per noi la cosa piu’ importante battere la sinistra”.