Meloni: "Non vogliamo abolire il bonus 18enni, andrà modificato" - Live Sicilia

Meloni: “Non vogliamo abolire il bonus 18enni, andrà modificato”

La premier ha anche parlato delle commissioni sui pagamenti elettronici

La premier Giorgia Meloni, tramite un video pubblicato sui social, ha parlato del bonus per i 18enni, delle commissioni dei pagamenti con la moneta elettronica e non solo.

“È stata una settimana di buone notizie – annuncia la Meloni – : sono accadute molte cose interessanti. Intanto, l’Unione europea ha autorizzato la proroga a tutto il 2023 di Decontribuzione Sud, una misura fondamentale per assumere al Sud, consente lo sgravio fiscale. È una misura che vogliamo rendere strutturale, e annuncio che presenteremo un emendamento alla manovra per estendere al 2023 anche i crediti di imposta per le aziende che assumono al Sud, per le Zes, per le aree terremotate. Un’altra misura per la quale non era facile trovare le risorse, ci siamo riusciti e anche quella andrà avanti per tutto il 2023”. 

“È stato sbloccato il contributo di oltre 300 milioni – ha detto ancora la premier – che consente di connettere con un’infrastruttura strategica l’Italia e la Tunisia sul piano energetico. L’Italia sempre più hub di approvvigionamento energetico d’Europa. Nel dramma della situazione energetica, noi abbiamo una grande occasione. Se lo facciamo con intelligenza, collaborando con le nazioni, prevalentemente mediterranee, possiamo avere un ruolo strategico fondamentale. Ci stiamo dedicando a questo moltissimo”.

“C’è chi ci chiede perché non togliete le commissioni, diciamo che non possiamo farlo perché sarebbe incostituzionale. La moneta elettronica è privata, è un servizio offerto e lo Stato non può impedire a chi offre quel servizio di guadagnarci sopra una commissione. Probabilmente – ha spiegato la premier – questa è la ragione per cui la Banca d’Italia fa le sue valutazioni sul tema dell’innalzamento del tetto al contante”.

“Non vogliamo abolire il bonus ai diciottenni per la cultura”, ha detto poi la premier spiegando che “non c’è ragione” che lo riceva “il figlio di un milionario, di un parlamentare, o mia figlia. Va introdotto un limite al reddito di chi accede a questa misura, e vanno meglio definiti i contenuti e le cose che si possono acquistare con queste risorse e credo anche che occorra lavorare sulle truffe – aggiunge -.Quindi confermo che intendiamo modificare questa norma, senza però togliere queste risorse alla loro destinazione originale, i giovani e la cultura”.


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