Chi non ricorda il famoso detto latino “mens sana in corpore sano”. Che significa questa frase? Nell’uso moderno si intende comunemente che per avere sane le facoltà dell’anima bisogna aver sane anche quelle del corpo. Ma in realtà, il senso originale della locuzione, che era del poeta latino Giovenale, era ben altra. Quello che i saggi antichi volevano suggerire all’uomo era di rifuggire da qualsiasi aspirazione
che non fosse quella di proteggere i due beni primari dell’uomo: la sanità dell’anima e la salute del corpo.
Cogliete la differenza? Gli antichi mettevano i due valori sullo stesso piano. I moderni sembrano voler attribuire alla salute del corpo una sorta di primazia, come se costituisse il principale presupposto,
prevalente rispetto a quella dell’anima. Eccesso interpretativo? Non direi. Prendiamo il nostro tempo libero. Ditemi quanto tempo ciascuno di voi dedica, in media, alla salute del corpo e quanto a quella della mente. Beh, non è difficile trarre le conclusioni se consideriamo il tempo medio impiegato dagli italiani per leggere (poco), ed in particolare per leggere libri (pochissimo), e lo confrontiamo con quello speso per la cura del corpo: dalle palestre alle creme ed ai saloni di bellezza, fino agli interventi di chirurgia
plastica. Non parliamo poi della prevalenza data all’aspetto estetico in questo periodo, vigilia di esposizione dei corpi al mare e sulle spiagge. E quindi una malsana sopravvalutazione del solo “corpore sano”.
Una malsana distrazione per la “mens sana”…..
Ma non è solo in questo comportamento sociale che possiamo notare questo fenomeno. Prendiamo i dibattiti televisivi. Che c’entra, mi chiedete? Io dico di sì, che c’entra, eccome. Avete forse mai visto in televisione negli ultimi anni un dibattito dove si discetti di qualsiasi argomento, che sia politica, costume o sport, nel quale si confrontino idee in modo pacato, con rispetto delle opinioni altrui, argomentando e contestando? I dibattiti che si trasformano in risse mediatiche non sono forse esibizioni muscolari di chi la spara più grossa, di chi alza più la voce, dandosi ragione più col corpo che con la finezza del ragionamento e della dialettica? Neanche questo è un buon sintomo, ammettetelo.
E, infine, prendiamo Mourinho. Che c’entra Mou, lo “special one”? C’entra, eccome. È stato il primo caso di un uomo di sport che ha usato sistematicamente la provocazione intellettuale, la battuta intelligente, la sorpresa studiata a tavolino. E, non a caso, ha trasformato una squadra tremebonda, come era l’Inter, in una squadrona dalla mentalità vincente. Appunto, la mentalità… Però, Mourinho, un genio dello sport a mio parere, è stato respinto dall’ambiente italiano perché ritenuto antipatico. E ritenuto antipatico perché troppo “intelligente”….
Allora, ho ragione o no? Non è forse vero che stiamo praticando troppo il “corpore sano” in una “mens” spesso “insana”? Non sarebbe meglio dedicarci un po’ di più alla salute della nostra mente ed in fondo della nostra anima ? Riflettete, gente, riflettete… Come si dice, spegniamo la TV e accendiamo, una volta tanto, il cervello….