Messina, così rinascerà Zona Falcata dopo i veleni - Live Sicilia

Messina, così rinascerà Zona Falcata dopo i veleni

La riqualificazione dell'area.

Una ricchezza inestimabile può sorgere da un’area che è stata avvelenata per molti anni come la pregiatissima Zona Falcata di Messina, una volta scanditi i suoi progetti di rinascita e purché si è disposti a spendere cifre da capogiro come 100 milioni di euro. Questi dovrebbero servire per risanare tutto ciò che si estende in lungo e in largo tra il Molo Norimberga fino alla Marina Militare dal lato interno e tra la fortezza spagnola Real Cittadella e all’ex Eurobunker dal lato esterno. I finanziamenti verranno chiesti al Governo nazionale o anche alla Regione o ai Comuni, non appena si avranno i progetti. Ma si dovrà lavorare sodo perché la cittadinanza possa nuovamente “impadronirsi” del suo affaccio a mare. A suggellare questa massima è il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto Mario Mega che non vuole farsi scappare qualunque opportunità dello Stato, dopo l’accordo dello scorso 17 aprile con la “Sogesid” che deve misurare l’entità dell’inquinamento e la caratterizzazione ambientale di “tre spicchi” di questa fascia. Per intenderci, le zone A, B e D da riqualificare custodiscono l’ingresso del porto di Messina, su cui è la stele della Madonna della Lettera a campeggiare.

«Si potrebbe profilare anche la riapertura del Piano Regolatore Portuale»– si è sbilanciato Mega -. E’ vero che la regolamentazione di utilizzo di queste cinture territoriali sia stata approvata ad agosto del 2019 ma poggia su una concezione del 2006, avendo anche subito i suoi cambiamenti. Il PRP determina le destinazioni funzionali con delle previsioni ma non ha presunzione di stabilire il dettaglio delle singole opere che esigono di passare al setaccio la qualità del sottosuolo. Ora, tocca vedere cosa serve, se ci siano livelli ammissibili o elevati di inquinamento. L’accordo di “rinascita” per la Falce prevede che la “Sogesid” (Società “in house” dei Ministeri della Transizione Ecologica e delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili) si occupi del controllo dell’esecuzione dei lavori, di tutto quello che attiene nel settore: carotaggi, sondaggi, una prima redazione del piano di messa in sicurezza e bonifica del sito ricostruendo il modello idrogeologico con software dedicati e dovrà dirigere la ditta che ha vinto l’appalto, cioè un’Ati, dove la capofila è Cada (Chimica Applicata Depurazione Acque) di Filippo Giglio. La Convenzione per un valore di circa 150mila euro (con possibilità di proroghe quindi eventuali integrazioni) tra Authority e Sogesid è stata stipulata alla presenza di Mega, del Presidente e Amministratore delegato della società, Carmelo Gallo e del Sottosegretario di Stato Barbara Floridia. Adesso, si va ad investigare, si scegliea che tipo di profondità, si cerca quale tipo di inquinamento è in essere, quale sarà il procedimento per disinquinare.

Zona Falcata, gli interventi

Le fasi di purificazione della superficie non saranno così facili: dopo gli studi cavillosi, ad essere espletata sarà la gara per gli interventi di tutta la zona, probabilmente da condurre a lotti. A seconda dell’individuazione dei componenti e dei gradi di inquinamento, per esempio di mercurio e cromo, si deciderà di lasciare o rimuovere, consentendo rispettivamente usi industriali e civili. Un esempio è quello degli ex cantieri navali a Palermo dove è stata adottata la tecnica di “soilwashing” (lavaggio del terreno attraverso una macchina)oppure piantumare il terreno. Un fattore positivo e negativo irrompe in tutta questa vicenda: c’è il mare che, al di sotto di 2 metri e mezzo dal livello di calpestio, diluisce l’inquinante ma lo trasporta anche. In questo tratto di litorale, lo spettro di un ecomostro aleggia ancora ovvero quello dell’ex inceneritore San Raineri che era apparso negli anni Settanta e che è stato smantellato definitivamente ad agosto del 2018. L’area, di grosso interesse storico paesaggistico perché si trovava proprio all’interno della Real Cittadella, è stata riconsegnata libera e linda al sindaco Cateno De Luca, a distanza di quasi due anni dall’inizio dei lavori di demolizione da parte dell’impresa Todaro. A firmare la restituzione, oltre al titolare della ditta, Pietro Todaro, tra gli altri il Responsabile Unico del Procedimento e attuale braccio destro del sindaco, il geologo Salvo Puccio. L’appalto da 300mila euro era stato bandito dal Dipartimento Regionale Acque e Rifiuti. Vale la pena sottolineare che, durante l’approvazione, il Piano Regolatore Portuale aveva incassato delle prescrizioni in sede di Vas. Lungo il fronte Stretto di Messina, il porto turistico previsto non si fa più. Dal lato porto – cantieri navali, ci sarà il Polo Mercantile fino alla Marina Militare, quindi versante interno con uso commerciale; sul lato esterno, la fruizione pubblica è destinata al Parco Archeologico tra i resti della Real Cittadella ma ci sono altri edifici vincolati dalla Sovrintendenza ai Beni culturali. Circa dieci anni fa, identificate quantità di mercurio, cromo, cadmio e zinco in alcuni punti ma una mappatura non esiste di fronte al Molo Norimberga,d ove c’era l’ex campo da rugby. All’epoca in cui è tornata alla ribalta la valorizzazione del “Waterfront” e, di conseguenza, il suo rilancio con tutto il fianco mercantile dall’altra parte, le ricerche sul grado di contaminazione della falda, sviluppate dall’Università di Messina, hanno maturato una stima di 70/80 milioni di euro per realizzare la bonifica e si era pensato di intercettare fondi nazionali.

Il presidente Mega, a questo proposito, ha dichiarato che, lo scorso ottobre, l’Autorità di Sistema Portuale aveva presentato ai Ministeri competenti delle schede per inserire la Zona Falcata nel programma di finanziamento ma la struttura tecnica di missione non poteva esaminarla, senza le informazioni relative ai rischi dell’inquinamento. Mega si augura che, entro l’anno, la bonifica contrattualizzata per le analisi preliminari e il periodo di studio possa approdare a buon punto, ipotizzando almeno tre mesi dall’inizio dei lavori veri e propri.

Ridonare la Zona Falcata a chi vive, abita e lavora nel territorio, secondo le linee guida stabilite dal Piano Regolatore Portuale, rientra negli obiettivi strategici dell’AdSP dello Stretto. La collaborazione con Sogesid ha forgiato un’impalcatura di supporto specializzato che consentirà di fare presto e bene, rispettando il quadro normativo con le più avanzate tecniche, oggi comprovate per “ripulire” i siti inquinati.

Il Presidente Gallo sta contribuendo con impegno tecnico, in linea con la mission aziendale che vige con i due ministeri di riferimento. Sogesid opera già in altri scali portuali, accostandosi alle istituzioni in processi di alta complessità e vuole inanellare «risultati tangibili alla comunità messinese».

I commenti dei 5 Stelle

Il Sottosegretario Barbara Floridia ha fatto un plauso all’esperienza dei tecnici di Sogesid sulla sostenibilità ambientale e all’Authority che ha avuto l’interesse della collettività al centro delle proprie azioni. «La Zona Falcata, gioiello e patrimonio dei messinesi e non solo – ha concluso -, deve rivedere al più presto la luce con la pronta bonifica delle aree e la riprogettazione degli spazi di vivibilità». Ad associarsi ai commenti anche i portavoce nazionali e regionali del M5SFrancesco D’Uva, Grazia D’Angelo, Valentina Zafarana e Antonio De Luca: «Un passaggio propedeutico per una zona nevralgica nel Mediterraneo per lo sviluppo economico e turistico della città, proprio come l’ex Fiera. Chilometri e chilometri di costa devono tornare a essere propulsivi e produttivi, per restituire decoro a lungo negato e tante opportunità lavorative e imprenditoriali per troppo tempo gettate al vento». I Pentastellati non mancano di ringraziare la loro senatrice Floridia e l’Autorità di Sistema Portuale, che il M5s ha fortemente voluto, schivando l’accorpamento con Gioia Tauro e spingendo la rifunzionalizzazione che concerne tutto il lungomare, dal Baby Park alla Rada San Francesco.

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