Martina Gentile "conosce le ultime volontà di Messina Denaro"

“Ha il mio carattere”: la donna e le “ultime volontà” di Messina Denaro

La collana regala da Messina Denaro a Martina Gentile
Il ruolo e i misteri legati a Martina Gentile

PALERMO – “Il livello di fiducia riposto da Messina Denaro nella giovane donna (Martina Gentile), depositaria di notizie riservate sulla latitanza, l’altissima considerazione sulle sue qualità, l’orgoglio per le convinzioni mafiose che la donna aveva anche pubblicamente manifestato, sono tutti indici che consentono di ritenere certa la conoscenza da parte della Gentile di ulteriori luoghi, persone, dinamiche attinenti alla sfera più intima e complice della latitanza di Messina Denaro”.

L’atto di accusa per Gentile

Nell’atto di accusa che la Procura di Palermo muove contro Martina Gentile, arrestata ieri dai carabinieri del Ros, c’è il mistero delle “ultime volontà” del padrino di Castelvetrano. Lo dicono i pubblici ministeri e lo conferma il giudice per le indagini preliminari Alfredo Montalto. Messina Denaro le “ha inevitabilmente affidate alle persone a lui più vicine e care, tra le quali senza ombra di dubbio va annoverata Gentile”. Non è un caso che durante la latitanza di lei dicesse: “Ha il mio carattere perché gliel’ho insegnato io, però lei era predisposta”.

La donna sarebbe diventata per scelta una pedina della rete di comunicazione del latitante. “Il sistema di connivenza con il latitante si innesta in una tradizione mafiosa familiare che ha condotto la donna indagata a venerare il suo mentore – scrivono gli inquirenti -. Tale adorazione non ha alcuna possibile spiegazione razionale e trova un senso solo nella totale adesione allo spirito, gli ideali ed i comportamenti di uno dei più feroci mafiosi conosciuti in territorio italiano“. Basti pensare che il padre, Salvatore Gentile, si trova detenuto all’ergastolo “per aver eseguito gli ordini di un criminale assassino”. L’ergastolano ha commesso gli omicidi su ordine di Messina Denaro.

Venerazione per il padrino

Gentile aveva una venerazione per il padrino con il quale la madre ha avuto una lunga relazione sentimentale. “Carissimo adorato”, gli scriveva. Con il suo arresto cade una nuova pedina, un’altra donna, della rete di protezione ma “sono ancora in pieno svolgimento le indagini sulla ricostruzione delle condotte di ausilio che hanno consentito a Messina Denaro di sottrarsi alla cattura, restare nel ‘suo’ territorio e intessere una fitta e riservata trama con il nucleo Bonafede, nonostante le attività di investigazioni tecniche condotte proprio su quell’area territoriale e, nello specifico, anche e soprattutto nei confronti di Laura Bonafede”.

Immagini e pizzini

La maestra (anche la figlia insegnava alla scuola media di Pantelleria) era sotto osservazione della polizia come dimostrano le immagini delle telecamere analizzate dai carabinieri del Ros dopo l’arresto del latitante. Sul clan che fa capo al boss Leonardo Bonafede, deceduto nel 2020, le indagini si concentrano da anni “tuttavia non hanno impedito a Matteo Messina Denaro non solo di convivere per tanti anni ma perfino di trovare recentemente occasioni di incontro de visu“.

Una ulteriore prova è rappresentata da un pizzino trovato nel suo covo di Campobello di Mazara e indirizzato alla sorella Giovanna Messina Denaro, in cui vi erano dei riferimenti alle condoglianze che quest’ultima aveva ricevuto per la morte del figlio Gaspare Allegra, deceduto nel marzo del 2021. Il pizzino è datato 24 novembre 2021. Tante gente avrebbe voluto abbracciare il padrino in segno di affetto ma “in privato non ci possiamo vedere più. Lo farò sapere tramite scritto”.

Dolore per la morte del nipote

Ecco cosa scriveva Messina Denaro alla sorella e madre del nipote deceduto per un incidente in montagna: “Sono passati 8 mesi ed ancora mi sembra inverosimile, mi sveglio e capisco che è vero e ti penso sulla strada per S. Ninfa che vai al cimitero. Il giorno del suo compleanno è ormai un giorno per me da cancellare, non gli ha portato fortuna, per me da oggi il 9 aprile è il giorno che ti so al cimitero, che lo passi là. Grazie per avergli portato un fiore anche per me. Ho detto a Diletta (la postina Lorena lanceri) che la ringrazi per le condoglianze, agli altri lo farò sapere a breve tramite scritto, in privato non ci possiamo vedere più, per i motivi che intuirai. Il sole è nato quando tuo figlio aveva circa 18 anni, la ragazza che lo chiamava così è più piccola, anche se oggi è una donna matura, si ha lei la foto di tuo figlio ragazzo, ora se la guarda con pena. Questa ragazza la chiameremo Tania, vorrei dirti delle cose su Tania, ma per ora continuo con la tua, poi si vedrà, non so se te ne parlerò in questa lettera o la prossima volta”.

La collana Bulgari

Tania è il soprannome dietro cui si cela l’identità di Martina Gentile che “può vantare un tale patrimonio di conoscenze sui meccanismi di controspionaggio adottati dal latitante e sulla sua rete di coperture, tanto da porla strategicamente al centro, accanto alla madre, del suo sistema di assistenza/protezione del latitante e, in tal modo, in grado di condizionarlo, inquinarlo o comunque renderlo ancora oscuro nelle molte parti ancora non svelate”.

La collana regalata alla figlia indossata da Martina Gentile

Educazione mafiosa

La mafia è radicata nella mentalità dei Bonafede. La maestra Laura voleva che anche la nipote – la figlia di Martina Gentile – crescesse con gli ideali di famiglia: “Mini cugino ti conoscerà dai miei racconti e da quelli di Tany perché sei stato e sei troppo importante per noi. Non so che tipo sarà il mini cugino ma ad una domanda che feci a Lupetta, questa mi rispose che secondo lei è fondamentale il tipo di educazione che si impartisce, che se i mini si fanno crescere dando importanza ad un certo tipo di cose, altre idee nemmeno vengono sfiorate. Spero di essermi spiegato”. Laura Bonafede per depistare definiva la nipote “mini cugino” e si firmata al maschile. Alla piccola Messina Denaro regalò una collana Bulgari del valore di 2.300 euro.


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