Messina Denaro, il mistero delle 122 chiavi e quelle lettere dal carcere - Live Sicilia

Messina Denaro, il mistero delle 122 chiavi e quelle lettere dal carcere

Le indagini partono dai garage di Mazara del Vallo

PALERMO – La strada investigativa è ancora lunga. Il ritrovamento di quattro chiavi ha condotto gli investigatori nei garage di via Castelvetrano a Mazara del Vallo.

Il punto è che le chiavi sequestrate dal giorno dell’arresto di Matteo Messina Denaro e finora catalogate sono 122. E poi sono spuntate delle strane lettere, scritte da qualcuno che si trovava in carcere.

Nella Giulietta usata dal padrino c’era una chiave che apre i quattro cancelli da cui si accede all’area dei garage e al cortile condominiale del complesso residenziale a Mazara del Vallo. Un’altra la teneva la fidata vivandiera Lorena Lanceri e anche questa apre i quattro accessi pedonali.

Andrea Bonafede, l’operaio comunale, e Rosalia Messina Denaro, sorella del latitante, avevano altre due chiavi di altrettanti garage nella disponibilità dei fratelli Giuseppe e Sabrina Caradonna. Da uno di essi si accede ad un locale attrezzato come un mini appartamento. Subito si è pensato ad un covo. Sono state prelevate impronte ed isolate tracce biologiche per capire se sia stato un rifugio del latitante. Gli esperti sono al lavoro.

A metà luglio le perquisizioni hanno interessato anche le abitazioni dei fratelli Caradonna. Dentro la cabina armadio nella stanza da letto matrimoniale della donna c’era una pistola Whalter semiautomatica.

Il marito, Giuseppe Di Giorgio, ha detto di averla trovata dentro un borsello dieci anni fa mentre faceva jogging vicino ad un passaggio a livello. Era stato attirato dalla vista di una banconota da 50 euro. Di Giorgi è stato arrestato.

La pistola ha una gemella con lo stesso numero di matricola ed è in possesso di un carabiniere in servizio a Trapani che l’ha comprata nel 1996 dalla vedova di un medico di Favignana.

Misteri su misteri. Come quello delle lettere trovate nel cassetto di una libreria a muro nella sala da pranzo della casa dei coniugi Di Giorgio-Caradonna. Mittente: “Massimo Antonino Sfraga”, sono state scritte fra il 2011 e il 2012 e spedite dal carcere di Napoli Poggioreale.

La memoria va ai fratelli Sfraga di Petrosino coinvolti nell’inchiesta sul controllo mafioso dei trasporto su gomma dei prodotti ortofrutticoli destinati ai mercati della Campania. Venne fuori l’interesse di Messina Denaro, dei Casalesi e di Gaetano Riina, fratello di Totò, il capo dei capi della mafia siciliana.

Cosa c’è scritto nella lettera trovata a Mazara del Vallo? Cosa aprono le altre 120 chiavi in mano agli investigatori? Di sicuro in uno dei garage Messina Denaro è rimasto due ore con Lorena Lanceri.


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