CASTELVETRANO (TRAPANI) – Dieci minuti dopo le otto il carro funebre con la salma di Matteo Messina Denaro arriva al cimitero di Castelvetrano. Ad accoglierlo ci sono i parenti stretti. C’è il fratello Salvatore. Con una mano tiene un mazzo di rose gialle, con l’altra accarezza la bara attraverso il vetro. Lui che del padrino morto aveva preso lo scettro di capomafia della cittadina trapanese e che per questo ha scontato una condanna. “Rose gialle sulla mia tomba” disse un giorno il padrino. Volontà rispettata.
I Messina Denaro al cimitero di Castelvetrano
Accanto a Salvatore ci sono le sorelle Giovanna e Bice, il cognato Vincenzo Panicola, marito di un’altra sorella, Patrizia, che è in carcere così come Rosalia. Dietro al carro funebre tre macchine. In una trovano posto la figlia del padrino, Lorenza, che ha scelto, da pochi giorni, di prendere il cognome di famiglia, e Lorenza Guttadauro, nipote e legale del capomafia. Sono tutti vestiti a lutto, compreso i nipoti, tranne Salvatore Messina Denaro. L’ARRIVO DEL FERETRO – VIDEO
Cimitero sotto assedio
Nessuna parola, nessun gesto, nessuno sguardo rivolto ai giornalisti assiepati davanti al camposanto. Sono decine i poliziotti schierati fin dall’alba per mantenere l’ordine, ma tutto si svolge senza alcuna tensione. Gli altri ingressi del cimitero sono presidiati da carabinieri e finanzieri. Si chiude il cancello, i Messina Denaro si riuniscono nella cappella di famiglia che porta il nome del capostipite, don Ciccio.
Percorso obbligato per il feretro
L’uomo capace di sfuggire alla cattura per trent’anni torna a casa, lo fa da morto. I poliziotti hanno imposto un percorso obbligato al carro funebre partito al tramonto di martedì da L’Aquila. Non ha attraversato il centro del paese, ma è arrivato al camposanto dalla strada che collega Campobello di Mazara a Castelvetrano.
La cerimonia privata di pochi minuti
Mezzora dopo l’arrivo del feretro, la cerimonia strettamente privata è già finita. Nessuna benedizione alla salma, nessun rito religioso, così come aveva espresso il capomafia nelle sue volontà. I familiari avrebbero, qualora lo avessero voluto, potuto far dare solo una benedizione alla salma perchè la chiesa vieta funerali religiosi per i boss scomunicati.
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