Messina e Catania respirano | Lega Pro sempre più siciliana - Live Sicilia

Messina e Catania respirano | Lega Pro sempre più siciliana

I peloritani e gli etnei hanno ricevuto ottime notizie dal secondo grado di giudizio nella serata di sabato, e quasi certamente andranno a giocare nella terza categoria. Con l'emergente e ambizioso Akragas, sarà una Lega Pro all'insegna dell'isola.

PALERMO – La febbre del sabato sera ha contagiato in maniera pesante gli appassionati di calcio dell’isola. E una volta tanto, John Travolta e il suo dimenarsi scatenato, al ritmo dei brani dei Bee Gees, non c’entra niente. L’attesa spasmodica per le notizie in arrivo dalla Capitale, dove si è decisa gran parte del destino del Catania e del Messina, ha trovato un momento di sfogo in seconda serata, quando è stato annunciato l’esito del secondo grado di giudizio e i tifosi rossoazzurri prima, e quelli giallorossi poi, hanno potuto tirare un grosso sospiro di sollievo, se non addirittura festeggiare per una riduzione di pena piuttosto che per una riammissione quasi insperata. I più lucidi e razionali, forse più pessimisti che altro, potrebbero invitare alla calma e all’attesa dell’ultimo grado di giudizio, ma il lavoro svolto dagli inquirenti non sembra lasciare spazio per altre sorprese.

QUI CATANIA – La prima bella sorpresa per il calcio italiano arrivata da Roma, ha riguardato proprio i rossoazzurri. Sembrava ormai scontato che il club etneo non potesse subire, per quanto è accaduto durante lo scorso campionato, conseguenze più gravi della retrocessione in Lega Pro con una penalizzazione di una decina di punti da scontare nella prossima stagione. In pochi, però, si sarebbero aspettati un ulteriore sconto di pena, con un saldo negativo ridotto a soli nove punti. Un elemento che fa impressione per il solo fatto che la penalizzazione da scontare sarà in singola cifra anzichè in doppia, visto che, di fatto, la differenza tra primo e secondo grado di giudizio consiste in appena tre punti. Appare quasi decisivo, per le sorti del Calcio Catania, il comportamento tenuto in sede processuale da Nino Pulvirenti. L’atteggiamento collaborativo tenuto dal patron al momento di ‘confessare’ la sequela di fattacci commessi ha scongiurato un declassamento del club fino ai dilettanti, richiesta fatta dall’accusa e ridotta già in primo grado. Per non parlare del mancato ricorso fatto dallo stesso Pulvirenti in merito all’inibizione per 5 anni: un altro elemento ‘premiato’ dalla Corte Federale con una riduzione della penalizzazione.

QUI MESSINA – E se da una parte la sensazione dominante è il sollievo, in casa peloritana sono la gioia e l’entusiasmo a farla da padroni. C’era già chi non ci sperava più e si era dunque arreso alla nuova discesa negli inferi della serie D. C’era chi, invece, aspettava senza grosse speranze l’esito del ricorso fatto dal Seregno, in merito all’eventualità di allargare a 60 il novero delle squadre partecipanti in Lega Pro. E invece, il grande lavoro messo a segno dal tandem Villari-Grassani, con grande merito da rivolgere a quest’ultimo, ha fatto sì che il calcio giocato a Messina restasse tra i professionisti. Le parole espresse dal patron Stracuzzi sono la sintesi di quanto sia grande la soddisfazione per questo traguardo raggiunto dopo tante tribolazioni, con una richiesta di pena per Vigor Lamezia e Barletta totalmente disattese in sede di primo grado di giudizio, e con il colpo di scena arrivato nella notte di sabato. Il declassamento dei calabresi all’ultimo posto – unito con il fallimento dichiarato dai pugliesi – ha fatto sì che a Messina si potesse esultare, come ha detto lo stesso patron, “come se si fosse vinto il campionato”. E a proposito di campionato, ce n’è uno nuovo da preparare. In Lega Pro.

Largo, dunque, ad un trittico di squadre siciliane che affronteranno la Lega Pro, ognuna con uno spirito diverso dalle altre due. A Catania si pensa ad una scalata immediata in serie B, con l’intenzione di abbattere immediatamente il saldo negativo in classifica. A Messina si potrebbe invece lavorare nell’ottica della difesa della categoria, almeno nel breve periodo. E poi c’è l’Akragas, pronta a indossare i panni della mina vagante senza obiettivi nè obblighi di classifica, ma con grande ambizione e voglia di far bene.


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