MESSINA – Si dice che la vittoria, o più in generale i punti, nel calcio siano la migliore medicina per guarire dagli acciacchi causati dai cattivi risultati. Un detto antico ma sempre valido e il Messina, naturalmente, non rappresenta un caso a parte. Dopo Monopoli la squadra era composta da giocatori la cui testa vagava per conto proprio, le gambe erano scariche e la reattività era sotto lo zero. Ecco da dove è partito Cristiano Lucarelli, che in poco più di una settimana è riuscito ad incidere sulla testa dei suoi ragazzi, apparsi finalmente reattivi e per lunghi tratti anche convincenti.
Attribuire, però dei poteri sovrannaturali al tecnico livornese sarebbe sbagliato e dannoso, perchè contro nel secondo tempo della sfida con la Casertana il Messina ha mostrato qualche limite caratteriale, soprattutto dovuto a quella paura di portare a casa quella vittoria che avrebbe diradato qualche nuvola. Nonostante tutto, i campani non sono mai seriamente vicini al pari che comunque sarebbe stato una punizione troppo severa per un Messina che nella prima mezz’ora è stato anche bello da vedere e che ha anche rischiato seriamente di portarsi sul 3-0. L’abbraccio con il pubblico del “Franco Scoglio”. dove i giallorossi non coglievano i tre punti dal 28 agosto, è stato il giusto tributo ad una squadra che proprio nel momento più difficile ha riscoperto quella compattezza e quella voglia di sacrificio che avevano caratterizzato le primissime giornate di campionato.
A Taranto adesso è la prova del nove, perchè lo “Iacovone” rappresenta un campo ostico per chiunque e per non uscire a mani vuote serve tirar fuori una prestazione di livello. Uno stimolo in più per Lucarelli, che sta cercando di trasmettere la sua carica agonistica ad un ambiente chiuso in se stesso, Tatticamente, l’ex bomber del Livorno non ha stravolto più di tanto la squadra, affidandosi a quel 4-3-3 usato da Marra ad inizio stagione. Il rientro di Pozzebon da più profondità ma meno imprevedibilità alla manovra, ma se la testa torna a girare come si deve ogni discorso tattico può anche passare in secondo piano.