Messina, la sfida delle liste |Genovese e gli altri contendenti - Live Sicilia

Messina, la sfida delle liste |Genovese e gli altri contendenti

Il lancio della candidatura di Luigi Genovese

Uscenti in cerca di riconferme, new entry e trasformismi. Aspettando la sfida per il Comune.

MESSINA – I posti a disposizione stavolta sono otto. E la guerra alle urne si preannuncia all’ultimo sangue. Sarà il primo di tre atti qui a Messina, visto che l’anno prossimo oltre alle Politiche ci saranno anche le amministrative. I rapporti di forza che usciranno dalle urne il 5 novembre saranno decisivi anche in vista della prossima sfida per Palazzo Zanca. L’incertezza è massima. “Dagli umori che ci sono tra gli elettori penso che ci saranno delle sorprese”, prevede Pippo Trischitta, capogruppo di Forza Italia al Comune e papabile candidato sindaco al prossimo giro. Trascorsi nell’Msi, Trischitta è l’unico consigliere forzista che in queste Regionali sposa la causa dell’uscente Santi Formica. Ben undici stanno con il giovane studente Luigi Genovese, dal quale ci si aspetta un exploit. La candidatura del figlio di Francantonio Genovese (“ha una esperienza che gli viene dalla sua famiglia”, ha detto presentandolo al Palacultura Gianfranco Miccichè) è il pomo della discordia di questa fase della campagna elettorale. L’ultima stoccata a Musumeci è arrivata giusto ieri da Giancarlo Cancelleri: “Evidentemente per Musumeci i voti, come i soldi, non puzzano. Alle liste pulite lui ha preferito i voti facili”.

Altro pezzo da novanta redivivo dalle parti dei berlusconiani è Nino Germanà, alfaniano di ritorno. C’è poi l’altra uscente Bernardette Grasso e un altro candidato da tenere d’occhio, l’avvocato barcellonese Tommaso Calderone.

La destra-destra da queste parti ha una lunga storia. Messina, così vicina a Reggio, risentì negli anni ’70 degli exploit neri in Calabria. La candidatura di un missino doc come Nello Musumeci scalda i cuori in quegli ambienti politici. E guai a far notare da quelle parti che la faccia di un Genovese poco c’entra con quella storia: “Il centrodestra arriva con la faccia di Nello Musumeci – dice Piero Adamo, consigliere comunale del Movimento per la Sovranità Nazionale di Alemanno -. O il volto di Ferdinando Croce che si candida per #DiventeràBellissima”. Si rivede da quelle parti anche Carmelo Briguglio, già assessore regionale di An e big di Futuro e Libertà, che oggi sostiene l’avvocato Chiara Sterrantino. Sempre restando a destra, tra i Fratelli d’Italia sono alte le quotazioni di Elvira Amata, consigliere comunale, trascorsi forzisti, poi Grande Sud, poi salto a sinistra dalle parti di Sicilia Futura con Beppe Picciolo, poi ritorno a destra e ora papabile donna nel listino di Musumeci. A sostegno del candidato legalitario c’è anche il movimento di Cateno De Luca, Sicilia Vera, che ha chiuso un patto federativo con l’Udc. I manifesti dell’ex deputato regionale rimasto celebre tra l’altro per essersi denudato a Palazzo dei Normanni e oggi alle prese con qualche grana giudiziaria (“processo farsa” dice lui) tappezzano già la città invitando a votare per Musumeci.

Il Pd schiera una lista a trazione renziana, con l’uscente Pippo Laccoto, ben messo negli ambienti della Sanità, e il direttore dell’Università Franco De Domenico. Sicilia Futura ha ben due uscenti, Marcello Greco e Beppe Picciolo, già Pd e già Mpa, anche lui molto forte nell’ambito della Sanità. Già, la Sanità, da sempre qui come altrove bacino di voti. “Ho chiesto diverse volte in commissione se il riordino della sanità ha colpito le cliniche private quanto la sanità pubblica”, dice Antonella Russo, battagliera capogruppo del Pd a Palazzo Zanca.

Anche Rosario Crocetta qui ha le sue truppe. Punta di diamante è la neo-assessore Aura Notarianni, che sarà candidata. Nel Messinese gli uomini più vicini al governatore sono Massimo Finocchiaro, alla guida dell’Ast, e ovviamente Giuseppe Antoci, il presidente dell’Ente Parco dei Nebrodi che sfuggì a un attentato, inviso alla “mafia dei pascoli”, ma anche un paio di sindaci.

Quanto ai centristi, dopo la grande fuga last minute verso il centrodestra, resta Gianpiero D’Alia che punta tutto sulla riconferma di Giovanni Ardizzone. Gli alfaniani qui hanno ancora un parlamentare nazionale, Vincenzo Garofalo, candidato sindaco l’altra volta e firmatario dell’emendamento che ha inguaiato la compagna di partito Simona Vicari nell’inchiesta palermitana sul gruppo Morace per la faccenda del Rolex regalato a Natale. Per i centristi, soprattutto per il gruppo di D’Alia, quella del 6 novembre è una sfida decisiva.

I grillini hanno in lista tra gli altri l’uscente Valentina Zafarana, e qui scontano la concorrenza dell’antisistema Renato Accorinti. Il sindaco e il suo gruppo sono vicini a Claudio Fava. Nella cui lista qui a Messina corre tra gli altri Giuseppe Grigoli, già segretario del Pd di Messina ai tempi d’oro di Genovese. Quelli di Rifondazione comunista, che rinfacciano ad Accorinti come gira e rigira i soliti noti siano sempre sulla breccia, non l’hanno presa molto bene.

 


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