MESSINA – Il Messina rinasce dalle proprie ceneri. E lo fa regalando una vittoria che sembrava impossibile dopo il vantaggio lampo dei pugliesi. Si gioca al San Filippo davanti a poco meno di duemila spettatori, desiderosi di vendere un Messina accettabile. Mister Gassadonia rivoluzione lo schieramento tattico della sua squadra e lancia nella mischia dal primo minuto il portiere Iuliano, il centrocampista Damonte e l’attaccante Bonanno. E’ un’autentica rivoluzione tattica quella proposta dall’allenatore campano per invertire rotta. Schieramento indedito (4-3-3), con Corona che si guadagna nuovamente la fiducia dell’allenatore. In difesa manca solo lo squalificato Enrico Peppe, per il resto avvicendamento obbligato. Il Lecce di Lerda è il solito spregiudicato (assente Piccoli), e l’inizio è da urlo per i pugliesi.
Alla prima vera occasione Moscardelli indovina il jolly, fulminando da quasi 30 metri l’esordiente Iuliano con un tiro velenoso scagliato di sinistro. Al San Filippo cala il gelo. Sembra la replica drammatica delle precedenti due uscite casalinghe, invece la musica cambia nonostante i pericoli corsi dai giallorossi che avrebbero potuto capitolare in più di un’occasione. La reazione dei padroni di casa è affidata a Goorgio Corona: all’11’ difende un buon pallone al limite dell’area di rigore e poi scaglia un tiro di destro che muore alla sinistra della porta difesa dall’ex Caglioni. Della Rocca al 15’ per poco non inventa il gol di tacco su cross di Mannini, la sfera viene però smanacciata dal portiere di casa. Il Lecce è padrone assoluto del campo: al 21’ Lepore impegna Iuliano con un destro al volo, poi è la volta del difensore Mannini che trova il varco giusto per calciare a rete. La storia della partita cambia radicalmente a 7’ dalla conclusione del primo tempo, quando il direttore di gara espelle Walter Lopez per avere scagliato una pallonata contro un centrocampista del Messina a gioco fermo.
Nella ripresa mister Lerda opera dei correttivi alla sua squadra ridotta in 10, dentro Carini per Lepore. Il Messina proprio in avvio di gara trova il pareggio dopo appena 20’’ di gioco con Lica Orlando, l’eroe di Reggio Calabria. L’attaccante campano s’inunea in area di rigore e fulmina Caglioni con un diagonale da sinistra verso destra. Il San Filippo esplode di gioia; l’attaccante dedica in maniera plateale il gol alla compagna Angela che lo seguiva dalla tribuna. Il Lecce è costretto a rinculare per via dell’inferiorità numerica e i padroni di casa iniziano a macinare gioco in avanti, dove nel frattempo mister Grassadonia aveva cambiato tatticamente la squadra dal centrocampo in su. Al 10’ Corona va in rete, ma l’arbitro aveva già fermato il gioco. L’appuntamento col gol per il bomber palermitano è solo rimandanto di un minuto. Corona viene servito magnificamente da Vincenzo Peppe e lascia partire da posizione defilata un tiro di destra che incoccia a traversa, poi sempre di destro per “Re Giorgio” è un gioco da ragazzi (40 anni suonati!) appoggiare in rete. A questo punto Lerda opera dei cambi, ma la musica non cambia. Il Messina diventa il vero padrone del campo. Al 41’ arriva il terzo gol con Vicenzo Pepe che pennella una punizione dalla sinistra che non lascia scampo al portiere dei pugliesi. La partita finisce qui con il Messina che torna al successo dopo tre sconfitte consecutive e già si pensa alla prossima trasferta di Castellammare di Stabia.
TABELLINO
Acr Messina-Lecce 3-1
Acr Messina: Iuliano, Benvenga, Silvestri, Bucolo, Altobello, Stefani, Orlando (Paez 81′), Nigro (Izzillo 74′), Corona, Bonanno (Pepe V. 50′), Damonte. A disposizione: Lagomarsini, Cane, Marin, De Bode. Allenatore: Gianluca Grassadonia .
Lecce: Caglioni, Mannini, Lopez, Papini, Martinez, Sacilotto, Lepore (Carini 46′), Salvi (Felipe Gomes 74′), Della Rocca, Moscardelli, Doumbia (Carrozza 60′). A dispoisizione: Petrachi, Donida, Rosafio, Rullo. Allenatore: Franco Lerda .
Arbitro: Sig. Alessandro Caso di Verona.
Reti: Moscardelli (L) 4′, Orlando (M) 46′, Corona (M) 56′, V. Pepe 81′ (M)
Note: spettatori 2.000 circa. Espulso al 43’ pt Lopez. Ammoniti: Salvi, Mannini, Orlando, Benvenga, Moscardelli