“Sono io che chiedo scusa. Chiedo scusa alla gente, per un Presidente della provincia che anziché sostenere il coraggio di un suo assessore, o quanto meno starsene zitto e accettare che qualche volta sui giornali possa finirci qualcuno che non sia lui, chiede le scuse a chi ha volgarmente offeso i siciliani, l’onorabilità della compagine politica che più di ogni altra gli ha consentito di sedere su quella poltrona, ma anche la sacralità della Chiesa cattolica e del suo capo supremo, che egli, in quanto sedicente cattolico fervente, dovrebbe difendere con i denti”. Lo afferma il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianfranco Miccichè replicando al Presidente della Provincia di Palermo Giovanni Avanti che ha chiesto scusa ai Litfiba “in difesa di un principio di tutela del pensiero”.
“Se Avanti – conclude Miccichè – è proprio animato dal sentimento delle scuse, sia più coerente con se stesso: le chieda ad Eusebio Dalì, chieda scusa alla nostra componente politica, massacrata da quel palco, e chieda scusa al mondo cattolico, di cui ha sempre affermato di far parte attivamente”.