Miccichè, diritti inviolabili e limiti invalicabili - Live Sicilia

Miccichè, diritti inviolabili e limiti invalicabili

Il diritto al rispetto della dignità delle persone.
CARO DIRETTORE
di
3 min di lettura

Caro direttore, Lei lo sa, ormai io non seguo le cose della politica, ma, ovviamente, quando vi sono notizie bomba, anche non volendo, qualcosa mi arriva. Ho bisogno però del suo aiuto perché non ho capito alcune cose. Intanto non ho capito di quale reato è accusato Miccichè?


Mi perdoni, seguo il caso da poco. Ho visto però la faccia di Miccichè su tutti i tg di tutte le televisioni del Paese, su tutti i blog ed i giornali, anche online, che mi sono capitati sotto gli occhi e ho pensato che doveva trattarsi di un crimine particolarmente efferato. Poi, ho visto un titolo che mi ha particolarmente colpito e sono saltato dalla sedia: “La cocaina viaggiava in auto blu, arrestato il pusher di Miccichè”.
Ero davvero impietrito, il titolo sembrava inequivocabile. Miccichè trasportava la cocaina con l’auto blu?
L’avevano fermato con la cocaina in macchina?


Con Miccichè non ci parliamo da tempo (diversità di vedute) e ci siamo persi un po’ di vista e francamente chiamarlo per chiedergli se era diventato uno spacciatore mi sembrava eccessivo.
Mi sono violentato e ho deciso di andare comunque a fondo alla vicenda. Le cose non stavano come avevo immaginato. Ho scoperto che le indagini riguardavano altro e che lui non ha commesso alcun reato e non è neppure indagato.


Direttore, mi sbaglio? Ho capito male? Sembra, però, che andasse a ritirare droga con il lampeggiante accesso. Ora direttore, io sono un credulone e me le bevo tutte, ma lei che è una persona avveduta e intelligente, pensa davvero che uno possa solo concepire di fare una cosa del genere?


Eccomi, sono Miccichè, vengo a ritirare una dose di cocaina, se qualcuno non si fosse accorto, un attimo di pazienza che dico al mio autista di accendere il lampeggiante. Direttore, le posso dire? Senza volere sottostimare la portata dell’intera vicenda, mi è sembrato un vero e proprio tiro al bersaglio.
Direttore, le “giustificazioni” le conosco tutte: è un personaggio pubblico, è stato un rappresentante delle Istituzioni, è un arrogante e per di più non è simpatico.


Se l’è voluta e se l’è anche cercata. I suoi comportamenti sono stati e sono eccessivi. Direttore, tutto questo autorizza un tale massacro? Diciamo la verità, Gianfranco Miccichè è spesso indifendibile, ma di che cosa stiamo parlando? Quali sono le ragioni di un tale accanimento? Partiamo da un’altra prospettiva.
Io in questa occasione non voglio difendere né lui né i suoi comportamenti. Io difendo il diritto al rispetto della dignità della persona più che del politico, anche se si tratta di persona che ha commesso errori. Ci sono diritti inviolabili e limiti invalicabili.
Se lo lasci dire direttore, so di cosa parlo, l’ho vissuto sulla mia pelle. Le posso fare una domanda? Era proprio necessario pubblicare (voi non l’avete fatto) la trascrizione della conversazione tra Mario Di Ferro e suo figlio? A me è sembrata una smisurata violazione di una profonda intimità che non trova alcuna giustificazione. Devo anche dirle, in tutta onestà, che non vi ho trovato neppure alcuna minimizzazione della gravità delle sue condotte.
Cosa può rispondere un padre ai rimproveri di un figlio in una conversazione innaturale che di solito si svolge a ruoli invertiti?

A me è sembrato invece “spogliato”, indifeso e giustamente imbarazzato.
Che brutta storia, direttore.Lo sa cosa mi fa più tristezza? Il fatto che ci stiamo abituando a non considerare che dietro ad ogni vicenda, sia essa politica o giudiziaria, c’è la vita delle persone.


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