Micciché e i calcoli degli Ugolini alla rovescia - Live Sicilia

Micciché e i calcoli degli Ugolini alla rovescia

Maledette scadenze elettorali. Non sarà che vogliano cibarsi del padre per sedersi al suo posto?
DALI' A QUI
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3 min di lettura
Eusebio D’Alì

Caro direttore, mi consenta di tentare qui un’analisi di ciò che sta accadendo in Forza Italia. Credo possa essere utile a chi in questi giorni legge dichiarazioni, agenzie e comunicati (che poi sono la stessa cosa), ma magari se ne intende poco, perché poco avvezzo alle dinamiche interne ai partiti. Io, quelle dinamiche, le conosco bene, benissimo le dinamiche di Forza Italia. E qui scatta l’avvertenza: non c’è, in queste umili mie righe, alcun intento apologetico, tantomeno il tentativo di approntare una qualche filippica contro qualcuno. C’è solo una domanda, che probabilmente in tanti si pongono: cosa succede in Forza Italia? La risposta è: niente di nuovo. In Italia, all’ombra di Berlusconi, si governa. In Sicilia lo stesso, lì sotto il sole di Micciché. Sotto il sole, sì, perché prima c’erano le nubi di un partito che faceva acqua da tutte le parti. Adesso splende il sole. Anzi, brucia. Perché è il sole del potere e brucia. Logora chi non ce l’ha. Logora gli Ugolini alla rovescia, che da sempre popolano il partito azzurro e bramano di mangiarsi il loro stesso padre.

E qui scatta l’altra avvertenza: è vero, sono di parte, per l’amicizia che mi lega da decenni al coordinatore regionale azzurro; ma la memoria non lo è, essa è imparziale e quando viene chiamata in causa ristabilisce la verità e soppianta l’oblio. La memoria, l’oblio. Sta tutta lì la forza Italia siciliana, nella memoria di un partito che ha vissuto giorni di gloria e nell’oblio incomprensibile (anzi, comprensibilissimo) che già una volta l’ha condannata alla polvere. Polvere di stelle, cadute da un firmamento che sembrava non dovesse mai aver fine. Polvere di voti polverizzati, certo dall’oscurantismo della protesta dilagante, ma in Sicilia anche, e direi soprattutto, dalla certificata difficoltà di creare una leadership alternativa a Micciché. È vero, sono di parte, ma la memoria non lo è ed è al suo giudizio che un’analisi onesta, ancorché modesta, deve rifarsi. Riavvolgiamo perciò rapidissimamente il nastro, riportiamolo alla diaspora degli alfaniani oppure alla impalpabilità di Gibiino o alle ceneri (anche quella è povere) da cui nel 2016 fu affidato a Micciché il compito di far risorgere l’azzurra libertà. Ecco, basta questo rapido esercizio mnemonico per ristabilire la verità delle cose e marchiare (quantomeno) di irriconoscenza il tentativo di ammutinamento contro Miccichè.

Ma torniamo alla domanda: cosa succede in Forza Italia? La risposta sta tutta lì, negli Ugolini alla rovescia e forse nelle scadenze elettorali. Pruriginose, incalzanti, ossessionanti. Maledette scadenze elettorali. Non sarà che vogliano cibarsi del padre per sedersi al suo posto, quando ci sarà da compilare liste e riempir caselle? Il dubbio c’è, per quanto banale possa sembrare, altrimenti perché incalzare una guida che, piaccia o non piaccia, ha sempre portato il pane a casa (tanto per restare in tema)? O c’è dietro una specie di rivisitazione in salsa destrorsa del Milazzismo dei tempi che furono? Del resto, il governo Draghi ha sparigliato carte e ribaltato teoremi di geometria politica, fino a qualche settimana fa assiomatici. Chi lo sa? Quello che so è che mi sembra di rivivere una storia già vissuta e se la storia è davvero magistra vitae, gli Ugolini alla rovescio dovrebbero sapere che erba tinta non secca mai (lo sanno, lo sanno) e che in fin dei conti tutti ci ricordiamo del Conte Ugolino della Gherardesca; mentre dei suoi figli non si ricorda nessuno. E che l’inferno di una Forza Italia senza Miccichè è già stato scritto.


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