Microspie a Mascalucia |Mafia, pizzo e soldi - Live Sicilia

Microspie a Mascalucia |Mafia, pizzo e soldi

Ancora retroscena del blitz che ha azzerato il gruppo di Mascalucia legato a Cosa nostra catanese.

MASCALUCIA – Il boss perdona. Così Alfio Carciotto è fuori dai guai. Pietro Puglisi in persona dal carcere decide di lasciar correre la questione dell’ammanco di 300 euro nei soldi dell’estorsione alla farmacia. Salvuccio Puglisi, quindi, accantona “le brutte figure” e seguendo le direttive del padre torna a gestire gli affari. Gli affari del gruppo dei Santapaola di Mascalucia, azzerato dal blitz dei Carabinieri di Gravina qualche giorno fa.

A dicembre le microspie degli investigatori registrano riunioni, incontri, consegne di denaro.   Il figlio di Puglisi, finito in manette, incontra Salvatore Mazzaglia il 15 dicembre 2015. Lo zio chiede informazioni precise al nipote Salvuccio in merito al pizzo della farmacia. Del ritiro racconta Puglisi junior se ne sarebbe occupato Antonio Carciotto.

Mazzaglia: che ti stavo dicendo, a quello della “farmacia” glielo hai detto?
Puglisi: eh domani ci passa Antonio, gli ho detto portameli direttamente a me…

Non ci sono dubbi su quale sia la farmacia. Il giorno dopo i due fratelli, Giuseppe e Salvuccio Puglisi, discutono su “chi ci deve andare in questa farmacia” e uno dei due chiarisce precisamente l’indirizzo.

Due giorni dopo Mazzaglia e Salvatore Puglisi tornano a parlare della riscossione del pizzo.  E del ruolo di esattore di Antonio Carciotto.

Mazzaglia: Antonio… non lo ha visto… lunedì ci devo andare da questo…
Puglisi: chi il farmacista?

Ed infatti proprio il lunedì 18 dicembre Antonio Carciotto va alla farmacia. La vittima però non solo prende tempo per la consegna dei soldi, ma chiede di non recarsi più all’interno dell’attività ma di accedere allo studio posto al piano superiore attraverso un portone ubicato in una traversa laterale. Il commerciante infatti aveva notato qualche giorno prima la presenza dei carabinieri.

Il farmacista: compare non facciamo certe cose… qua davanti… l’altra volta sono venuti i carabinieri, anche i movimenti qua davanti… qua si accorgono di tutto, compare, non mi mettere, è rischiosa questa cosa…

Poi Carciotto chiede conferma dell’appuntamento e soprattutto della somma pattuita, duemila euro.

Carciotto: Venerdì? Sempre due giusto?

Ad un certo punto Carciotto informa il farmacista che Rosario Cantone, delegato fino a quel momento a incassare i soldi, era stato arrestato (per un’espiazione definitiva). Sarebbe stato proprio lui a incaricarlo di andare a prendere il “dovuto”.

Carciotto: va bene… lo hanno arrestato, non so se lo sapevi…
Farmacista: Rosario?
Carciotto: sì
Farmacista: E quando lo hanno arrestato?
Carciotto: Era un definitivo di … ora lo fanno uscire. Perciò sono venuto io…

Ma se le intercettazioni non bastassero i carabinieri hanno un’altra conversazione captata, come ulteriore riscontro dell’attività criminale. E cioè un dialogo tra Antonio Carciotto e Salvatore Mazzaglia in cui – anche se con un linguaggio in codice – parlano della vittima dell’estorsione, che indicano con “avvocato”.

Mazzaglia: “Dici che oggi dovevi andare dall’avvocato”
Carciotto: “Ci sono andato ma ci devo ritornare venerdì hai capito…”

A chiudere il cerchio infine le parole dei farmacisti che hanno pienamente collaborato con i militari. Raccontando il loro incubo: anni e anni di soprusi e costrizioni. Un cappio che è stato finalmente sciolto dalla mano dello Stato, che ha portato in galera il gruppi di taglieggiatori. Indagati che tra qualche giorno affronteranno le udienze davanti al Tribunale del Riesame.


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