Indimenticabile il suo “Allegria!”. E’ stato conduttore, autore, partigiano, intrattenitore, scrittore, scalatore. Ha fatto la storia della tv italiana, prima sulla Rai poi su Mediaset, che ha contribuito a inventare e rivoluzionare.
L’8 settembre di 10 anni fa moriva a 85 anni Mike Bongiorno, stroncato da un infarto in una suite dell’hotel Metropole di Montecarlo, dove si trovava per una breve vacanza con la moglie Daniela Zuccoli. Nel giorno del decimo anniversario della morte, lo ricorda anche il presidente Mattarella: “Dieci anni sono trascorsi dalla scomparsa di Mike Bongiorno. Ai familiari e a quanti gli erano legati da stima e amicizia, desidero anzitutto esprimere la mia vicinanza e la condivisione del ricordo. Il nome e la personalità di Mike Bongiorno – scrive il capo dello Stato – hanno segnato gli esordi della televisione italiana e ne hanno accompagnato lo sviluppo per oltre mezzo secolo. Della tv Mike Bongiorno è stato dapprima un pioniere e quindi un vero e proprio simbolo, una popolarissima icona che con modi semplici e ironia ha saputo parlare agli italiani di diverse età. Ha tenuto a battesimo le trasmissioni della Rai e poi la stagione del pluralismo delle emittenti televisive.
Non si è mai fermato nelle sue sfide professionali: progettava ancora nuovi programmi su nuove piattaforme quando le forze gli sono venute meno. I suoi motti, i suoi quiz, la sua “allegria” resteranno nella storia delle comunicazioni”. Il re del tele-quiz, che ha tenuto a battesimo la tv italiana, è stato premiato venti volte con il Telegatto, ha presentato undici festival di Sanremo, a partire dal ’63 e fino al ’97 (quando formò la strana coppia con Piero Chiambretti). Nonostante la lunga carriera a Mediaset, i 25 anni in Rai sono rimasti un filo ininterrotto. Mike c’era da sempre. Prima, importando dagli Stati Uniti il quiz televisivo. Poi, dando vita a format innovativi. Oltre alla moglie, al momento della morte lasciava tre figli, Michelino, Nicolò e Leonardo. Si preparava a un nuovo debutto: quello con il quiz Riskytutto su Sky, dove era approdato dopo la scadenza del contratto con Mediaset.
E dove aveva conosciuto una seconda giovinezza al fianco di Fiorello: prima negli spot tv, poi con le incursioni nei suoi show. Michael Nicholas Salvatore Bongiorno nasce a New York il 26 maggio del 1924. Mamma torinese, padre italoamericano, si trasferisce in Italia da bambino, studia in un liceo di Torino e collabora giovanissimo alle pagine sportive della Stampa. Durante la Seconda guerra mondiale si unisce alle formazioni partigiane: parla l’inglese, perfetto come staffetta per comunicare con gli alleati. Catturato dai nazisti, trascorre sette mesi nel carcere di San Vittore (vicino di cella di Indro Montanelli), in seguito viene trasferito prima nel campo di concentramento di Bolzano poi in quello di Mauthausen. Si salva grazie a uno scambio di prigionieri. Dopo essere rientrato per un periodo negli Stati Uniti, torna in Italia definitivamente, nel 1953, chiamato a lavorare alla neonata televisione. E inaugura il primo giorno di trasmissioni, il 3 gennaio del 1954, con il programma Arrivi e partenze.
A decretare il suo successo è Lascia o raddoppia? (1955). Il riscontro di pubblico va al di là di ogni previsione. Chi non possiede una tv in casa si incontra nei bar, il quiz diventa un momento di aggregazione popolare, quando il programma va in onda le sale cinematografiche chiudono i battenti. Da quel momento ogni suo programma è un trionfo. Da Campanile sera (1960) a Caccia al numero (1972), da La fiera dei sogni (1963-1965) a Giochi in famiglia (1966-1967), da Ieri e oggi (1976) a Scommettiamo (1977) a Flash (1980). Con Rischiatutto (1970-1974) – uno dei programmi più importanti di Mike. Nasce la figura della “valletta parlante”, Sabina Ciuffini. Fondamentale l’apporto di Bongiorno alla nascita e all’ascesa delle tv private. Risale alla fine degli anni Settanta l’incontro con Silvio Berlusconi.
All’epoca, per la sua Telemilano – la futura Canale 5 – sceglie i personaggi allora più noti e apprezzati del piccolo schermo: Bongiorno, ma anche Corrado, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini. Mike ha frequentato il modello americano, conosce le regole del marketing e per primo introduce, nei programmi delle tv del biscione, le sponsorizzazioni. Si apre una nuova fase della sua carriera, con un successo che gli vale la vicepresidenza di Canale 5, nel 1990. Ed è di provenienza americana anche il game show che gli vale un nuovo trionfo (tremila puntate): La ruota della fortuna. Una carriera senza sosta, quella di Bongiorno, che lo vede anche fare l’attore in alcuni film come C’eravamo tanto amati, Il giudizio universale, Totò lascia o raddoppia?, Sogni mostruosamente proibiti, Ragazze d’oggi, I miliardari. Sportivissimo fino ad età avanzata: nel 2001 (a 77 anni) parte con una spedizione diretta al Polo Nord. Nel 2004 l’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, gli conferisce l’onorificenza di Grande Ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica. Negli anni recenti Bongiorno si era dedicato a due quiz su Rete4, mentre nel 2007 era tornato in Rai per presentare la 68/a edizione di Miss Italia, insieme a Loretta Goggi. Nel 2008 era uscita la sua autobiografia, La versione di Mike. Ma l’ultimo quiz da risolvere Mike lo lascia per dopo la sua morte: il 25 gennaio 2011 alcuni ignoti trafugano la salma del presentatore dal cimitero di Dagnente (Arona). Dopo molte settimane, appelli, interrogatori, sciacalli, il feretro verrà ritrovato, ancora intatto, l’8 dicembre dello stesso anno nei pressi di Vittuone (MI). La salma viene subito dopo cremata nel cimitero monumentale di Torino su decisione della moglie in accordo con i figli: le ceneri sono state disperse nelle valli del Cervino in Valle d’Aosta. Dal 21 ottobre 2015 a Milano c’è via Mike Bongiorno, a Porta Nuova