31 Maggio 2020, 17:09
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Restano lontane le posizioni dei Governatori sulla riapertura alla mobilità tra le regioni dal 3 giugno. Il presidente della Toscana Rossi è perplesso: “Aspettare una settimana e arrivare anche in Lombardia a numero di contagi molto ridotto, sarebbe un ragionamento di semplice buon senso”. Anche il virologo Crisanti condivide: “E’ stata una decisione precipitosa. In questa vicenda il problema con cui abbiamo a che fare in Lombardia è che non sappiamo a quando si riferiscano quei tamponi positivi che comunicano ogni giorno, quando sono stati materialmente fatti o richiesti. Da quello che risulta, si va anche parecchio indietro nel tempo. In questo modo è molto difficile azzardare delle valutazioni – ha detto nel corso di un’intervista al Messaggero -. L’esperto ha poi spiegato: “Da quello che dicono, sono tamponi riferiti a infezioni avvenute anche parecchie settimane fa. In questo modo non è proprio possibile prendere una decisione che calcoli tutti i rischi, in modo corretto. Non sappiamo se in Lombardia ci sia l’effetto delle riaperture del 18 maggio, quanto abbia influito la fine del lockdown. Senza dati precisi, come si fa a decidere?”. Secondo Crisanti, la riapertura agli spostamenti tra regioni è stata “quanto meno una decisione precipitosa, che poteva essere valutata con più attenzione. Cosa ci sarebbe stato di male se si fossero aspettate una o due settimane in più, prima di dare il via libera ai viaggi dalla Lombardia?”. Più ‘pratico’ il presidente del Veneto Luca Zaia: “Ci vorrà un Dpcm” per riaprire il 3 giugno. “A memoria – osserva – tutti gli atti decadrebbero dal 15 giugno, per anticipare bisognerebbe fare un provvedimento di revoca”.
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31 Maggio 2020, 17:09