Monsignor Carlo Chiarenza| tra i soprannumerari degli Zelanti - Live Sicilia

Monsignor Carlo Chiarenza| tra i soprannumerari degli Zelanti

Teo Pulvirenti: "Indignato". Il presidente dell'Accademia Contarino: "Già sospeso all'epoca dei fatti. Di sicuro c'è – aggiunge – che il sacerdote non partecipa più alle nostre iniziative”.

Il sacerdote sospettato di pedofilia
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ACIREALE – Monsignor Carlo Chiarenza, sacerdote acese, indagato per reati di pedofilia e già condannato in primo grado dai tribunali del Vaticano, è stato inserito tra i “soci soprannumerari” nell’anno 2015 della prestigiosa Accademia degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale nella classe di scienze morali, filosofiche, etc. L’elenco è visibile sul sito ufficiale dell’Ente. Una notizia che ha fatto saltare dalla sedia quelli de “La Caramella Buona”, l’onlus che lotta contro la violenza sessuale sui minori e che raccolse, ormai tre anni fa, la testimonianza (e un audio pubblicato poi dal mensile S) di Teodoro Pulvirenti, presunta vittima del presbitero.

“Indignato e disgustato, questi sono i due aggettivi che esprimono al meglio la mia reazione alla notizia che il signor Chiarenza è stato inserito tra i soci dell’Accademia”, fa sapere Teodoro Pulvirenti attraverso una nota. “Una scelta ripugnante – aggiunge – indice di profonda ignoranza. Non riesco a credere che un gruppo di persone così colte possa aver fatto una scelta così mediocre”. Non nasconde il proprio stato d’animo, Pulvirenti. C’è rabbia e non solo quella nelle sue parole.

E intanto, da Reggio Emilia, Roberto Mirabile, presidente de La Caramella Buona, punta il dito contro i vertici della Chiesa acese: “Con quale coraggio Raspanti – dichiara a LiveSicilia – sta allo stesso tavolo di una istituzione prestigiosa con al fianco Chiarenza. La mia domanda si fa ancor più pressante – aggiunge – alla luce del nuovo ruolo che esercita all’interno della Conferenza episcopale italiana”. Il vescovo di Acireale, dal maggio di quest’anno, è infatti il presidente della commissione Cei per le Comunicazioni Sociali. Intanto, Teodoro Pulvirenti si è rivolto al cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, affinché possa incontrare riservatamente Papa Francesco a margine del prossimo viaggio a New York, città dove attualmente risiede, e fargli presente la sofferenza personale in merito a tutta la faccenda e in particolare ai tempi del giudizio d’appello riguardante Carlo Chiarenza.

“Non è più tra i soci effettivi della nostra istituzione, non è un soggetto attivo, è stato già allontanato quando emersero i fatti in questione e il suo posto è ancora vacante”. Chiarisce i termini della faccenda Giuseppe Contarino, presidente dell’Accademia zelantea. Insomma, Chiarenza non è entrato nel 2015, ma prima e l’attuale iscrizione nell’elenco dei soprannumerari è da considerare come un adempimento formale, alla stregua di un declassamento di fatto. “Qualora venisse confermata la condanna della Santa Sede, o arrivasse quella in sede penale o civile, sarebbe l’assemblea a decidere per l’espulsione totale e definitiva. Tra i nostri membri ci sono vescovi, magistrati e docenti d’università, e non è nel nostro profilo agire d’istinto, ma attraverso una riflessione che tiene conto di più evidenze. Di sicuro c’è – aggiunge – che Chiarenza non partecipa più alle nostre iniziative”.

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