Un vorticoso giro di corruzioni gestito da Antonello Montante. Che avrebbe manovrato l’allora presidente della Regione Rosario Crocetta, due assessori, burocrati e investigatori di alto profilo.
La Procura di Caltanissetta ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini della seconda parte dell’inchiesta sulla rete di potere dell’ex presidente di Sicindustria. L’avviso è firmato dal procuratore aggiunto Daniele Paci e dai sostituti Claudia Pasciuti e Davide Spina.
Gli indagati, oltre a Montante, sono l’imprenditore Rosario Amarù, l’ex commissario dell’Irsap Maria Grazia Brandara, l’imprenditore ed ex presidente di Sicindustria Giuseppe Catanzaro, Rosario Crocetta, l’ex capo centro della Dia di Palermo Giuseppe D’Agata, l’ex capo della Dia Arturo De Felice, il capo della sicurezza di Montante Diego Di Simone Perricone, gli ex assessori regionali alle Attività produttive Maria Lo Bello e Linda Vancheri, il vice questore in servizio allo scalo di Fiumicino, Vincenzo Savastano, ex capo centro della Dia di Caltanissetta Gaetano Scillia, l’imprenditore Carmelo Turco.
A Catanzaro, Crocetta, Vancheri, Lo Bello, Brandara, Savastano, De Felice e Scillia viene contestata l’associazione a delinquere con Antonello Montante e gli altri indagati già coinvolti nel primo processo allo scopo di commettere più delitti contro la pubblica amministrazione e accedere al sistema informatico delle forze dell’ordine per costruire dossier contro “i nemici” e metterli all’angolo. Per questo incarico si sarebbe fatto aiutare da De Felici.
Delicatissimo il ruolo di Crocetta che si sarebbe messo a disposizione di Montante “asservendo agli interessi di quest’ultimo e dei soggetti a lui legati gli apparati dell’amministrazione regionale sottoposti, direttamente indirettamente ai suoi poteri di indirizzo vigilanza e coordinamento”.
Crocetta avrebbe scelto per la sua giunta gli assessori Lo Bello e Vancheri indicati da Montante che li avrebbe poi manovrati a suo piacimento. Come? Ottenendo provvedimenti a suo favore e nomine nella macchina burocratica di persone a lui vicine.
In cambio Crocetta avrebbe ottenuto, a sua volta, sulla base del patto corruttivo, da Catanzaro e Montante 200 mila per finanziare nel 2012 la campagna elettorale del Megafono (il movimento di Crocetta) e l’intervento di Montante per “evitare la diffusione di un video a contenuto sessuale che ritraeva Crocetta”.
A sua volta Catanzaro avrebbe ottenuto favori e consigli per la sua società che si occupa di rifiuti. Ad esempio fu avvisato da Crocetta che “avrebbe dovuto dotarsi di un impianto di biostabilizzazione in assenza del quale non avrebbe più potuto autorizzare l’attività della discarica rassicurandolo comunque sulla possibilità di ovviare alla temporanea di indisponibilità della necessaria apparecchiatura mediante sistemi mobili”.
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