PALERMO – Natalia Scorsone aveva tredici anni. Passeggiava lungo corso Re Galantuomo, a Montemaggiore Belsito. Era una notte di agosto del 2008. Toccò un palo dell’illuminazione pubblica e fu raggiunta da una scarica elettrica. Morì sul colpo.
Per quella morte non ci sono colpevoli. Tutti assolti, anche in appello, per il decesso della ragazzina di 13 anni. La seconda sezione della Corte d’appello ha confermato la sentenza emessa dal giudice monocratico di Termini Imerese, Alessia Lupo, che aveva dichiarato prescritta la posizione per alcuni imputati e ne ha assolti altri nel merito.
La prescrizione, arrivata perché è venuta meno un’aggravante, riguarda l’ex sindaco Stefano Castiglia, Angela Gullo, dirigente dell’ufficio tecnico comunale (difesi dagli avvocati Cristiano Pagano, Antonio Di Lorenzo e Filippo Liberto) e Felice Arena, difeso da Giuseppe Canzone. In primo grado era già stato assolto nel merito con la formula “perché il fatto non sussiste” un altro tecnico comunale, Francesco Palazzo, difeso da Roberto Mangano (nel suo caso l’assoluzione non è stata impugnata dalla Procura). Assoluzione oggi anche per due ingegneri dell’Enel Carmelo Catalano e Paolo Gullo, assistiti dagli avvocati Massimo Motisi e Marco Aricò.
La tragedia sarebbe stato provocata dal mancato rispetto di alcune condizioni di sicurezza. Insomma, i pali della luce non erano a norma. Il sindaco, i tecnici comunali e il titolare della ditta avrebbero colpevolmente provocato il decesso della ragazzina. È passato, però, troppo tempo per giudicarli colpevoli. In dieci anni il giudice era cambiato quattro volte.