Motta, le mappe dell'inceneritore |Ecco dove sorgerà il mega impianto - Live Sicilia

Motta, le mappe dell’inceneritore |Ecco dove sorgerà il mega impianto

A ridosso del fiume Simeto e del Torrente Finaita si trova l'area dove potrebbe sorgere l'inceneritore con annesso parco attrezzato, lago, Centro di ricerca scientifica, Centro servizi, punto ristoro e un museo aperto al pubblico.Tutti i particolari dell'affare della società svizzera.

MOTTA SANT’ANASTASIA. Un mega inceneritore con annesso parco attrezzato, un lago, un Centro di ricerca scientifica, un Centro servizi, un punto ristoro e un museo è quanto potrebbe sorgere a Motta Sant’Anastasia, più precisamente su un’area agricola. È la proposta inerente la realizzazione del “Centro innovativo Tecnologico” già finita al centro delle polemiche. Ipotesi progettuale presentata dalla società svizzera Nexxus Energy al Comune mottese a cui ambientalisti, consiglieri comunali ed esponenti dei comitati no discarica hanno reagito con un sobbalzo. Ma i contrasti non sono destinati a placarsi. L’iter della proposta continua a fare il suo corso e tra poco la questione arriverà sul tavolo del Consiglio comunale. In totale sono oltre 61 gli ettari di terreni mottesi su cui potrebbe nascere il termovalorizzatore. Si tratta di un’area “Verde agricolo” che lambisce il fiume Simeto e il torrente Finaita, con accesso della strada statale n. 192 e delimitata dalla ferrovia Catania –Palermo.

Una rivoluzione per il Comune di Motta, che dal suo canto, al fine di consentire alla Nexxus di realizzare l’inceneritore in quei precisi territori dovrà stabilire se approvare o meno una variante urbanistica dell’attuale Prg. Ipotesi che, prevedendo la trasformazione della destinazione d’uso dei terreni da agricola a industriale, ha già scatenato reazioni durissime da parte di alcuni cittadini e consiglieri che contrari alla realizzazione dell’impianto hanno già dichiarato guerra al progetto.

Intanto al vaglio di esperti, consiglieri ed esponenti dei comitati c’è già lo studio di fattibilità presentato dalla società svizzera Nexxus Energy ag all’amministrazione Comune di Motta Sant’Anastasia. Nel dettaglio il corposo studio prevede la costruzione di un progetto primo in Europa nel suo genere: un mega inceneritore finalizzato alla produzione di energia elettrica tramite la lavorazione dei rifiuti sia urbani che industriali. Ma non finisce qui. La menzionata proposta progettuale – a cui la giunta comunale guidata dal sindaco salviniano, Anastasio Carrà, ha già dato riscontro favorevole tramite l’emanazione di una delibera – comprende, inoltre, una centrale sperimentale per la produzione di bio gas, un moderno “Centro di ricerche scientifiche per l’ambiente”; un parco attrezzato con lago e annesso Centro servizi; un punto ristoro e anche un museo con sale espositive e sala conferenze predisposto per la visita del pubblico sia in forma diretta, che attraverso web cam.

Ma ecco dove precisamente potrebbe sorgere l’inceneritore: “L’area del presente intervento è sita – si legge nello studio di fattibilità – nel Comune di Motta Sant’Anastasia (Città metropolitana di Catania), in prossimità dello svincolo “Motta Sant’Anastasia” dell’autostrada A19 Catania Palermo. Lungo il confine nord è delimitata dalla SS 192 sulla quale s’innesta lo svincolo autostradale citato. Il confine est è delimitato da una stradella di separazione tra i comuni di Motta Sant’Anastasia e Catania che a sua volta lambisce terreni prevalentemente incolti”. Si tratta di un’area attualmente inaccessibile. “Il confine sud è delimitato da un terreno incolto e dista oltre 750 dal torrente Finaita e circa e circa 1800 m dal fiume Simeto. A ovest l’aera è delimitata da terreni parzialmente coltivati e lambiti dal torrente Finaita. Oltre il torrente in direzione ovest c’è la stazione “Motta Sant’Anastasia” delle ferrovie dello Stato e leggermente a valle di quest’ultima un’area industriale ricadente nel Comune di Belpasso. L’area di progetto è delimitata lungo il confine a valle dalle linea ferroviaria Catania Palermo”. Tutte caratteristiche dei terreni che si sposerebbero perfettamente con le esigenze industriali dell’impianto proposto dalla Nexxus.

Dallo studio di fattibilità redatto emerge, inoltre, come l’eventuale vicinanza le vicine discariche (quella di Lentini e Valanghe d’inverno) possa rivelarsi, insieme agli altri, un fattore strategico e “funzionale” all’impianto stesso. “La proposta progettuale – si legge – scaturisce dall’urgenza della realizzazione di tale opera nel territorio di Motta per il bacino di ad alta intensità abitativa servito dalle due importanti discariche”.

L’impianto, se approvato, potrebbe essere completo nel giro di quattro anni. A finanziarlo sarà interamente la società elvetica in partnership e in collaborazione con consorzi bancari, compagnie d’investimento, assicurazioni e altri gruppi investitori. L’importo complessivo dell’opera stimato ammonta a oltre 580 milioni di euro. I posti di lavoro che dalla complessiva realizzazione delle opere ne potrebbero derivare ammontano a 482 unità.

Ma la realizzazione dell’opera dovrebbe svilupparsi in due differenti fasi. Nella sua interezza, è prevista la realizzazione di 13 piattaforme destinate alla produzione di energia tramite la combustione di carburante; recupero materie di scarto non pericolosi, impianto di gassificazione concepito per l’incenerimento di un combustibile sostitutivo ipercalorico, elaborazione materie plastiche pre trattate, riciclaggio di carta e cartone, materie legnose, tessili, vetro, assemblaggio e lavorazione dei pneumatici. Aree dove verranno conferiti circa 700mila tonnellate di rifiuti ogni anno, così suddivisi: 125mila tonnellate di rifiuti urbani non differenziati, 125mila tonnellate da raccolta differenziata, imballaggi e rifiuti trattati; 7mila tonnellate di rifiuti biodegradabili, 28mila tonnellate di pneumatici fuori uso, 405mila tonnellate annue di “combustibile sostitutivo”.

“Le opere delle citate due fasi – come si legge nello studio – non hanno la necessità di essere realizzate nella stessa area, perché mantengono la loro funzionalità anche se realizzate in aree differenti, o comunque non eccessivamente distanti fra loro”. Nella prima fase verrebbero realizzate intanto tutte le infrastrutture, il centro ricerche scientifiche sull’Ambiente, il parco, il lago, il punto ristoro e le prime quattro piattaforme. Fra queste la numero uno concepita per la combustione di un carburante sostitutivo ipercalorico, che costituirà il cuore della produzione di energia elettrica del Centro tecnologico innovativo. Per la seconda fase, invece, “è lasciata la possibilità a realizzare le piattaforme – come si legge nello studio – a aziende locali e/o strutture operanti sul territorio nazionale o internazionale”. Aziende siciliane potrebbero, dunque, essere coinvolte nella realizzazione dell’opera.

Il progetto industriale prevede il rilascio di diverse autorizzazioni integrali ambientali quali Vas, Via e Aia. Senza dimenticare che l’attuale presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta in seguito alle polemiche inerenti la presenza della discarica Valanghe d’Inverno aveva promesso che nessun termovalorizzatore sarebbe sorto nei territori di Motta o Misterbianco. L’attuale piano rifiuti della Regione, il cosiddetto piano stralcio, prevede, infatti, la realizzazione di quattro impianti in aree non ricadenti su Motta.

La partita è ancora tutta da giocare. Lo scorso 28 dicembre, la proposta di deliberazione inerente l’eventuale realizzazione del “Centro tecnologico Innovativo” con 5 voti contrari e 4 astenuti ha incassato il parere contrario della commissione consiliare. Il prossimo atto si disputerà in Consiglio. Seduta che si preannuncia rovente.

 

 

 


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