CATANIA – Movida fuori controllo. Popolo della notte – e amministratori – da un lato, residenti dall’altro. Non accenna a placarsi il tira e molla che va avanti ormai da anni tra chi vive nel centro storico di Catania e la vita notturna cittadina, concentra in particolare in alcune zone e considerata, almeno dalle associazioni di cittadini – centro storico, via Gisira e altre – come un ostacolo alla vivibilità, al quieto, al riposo. E anche alla possibilità di condurre una vita normale. Come evidenziano in un’accorata lettera indirizzata al sindaco Bianco, al questore Cardona, al capo della polizia amministrativa e a quello dei vigili urbani. Ecco il testo integrale.
“Siamo dei residenti, le cui abitazioni sono ubicate nella zona racchiusa tra la via Gisira, la via Sgroi, la via transito, la via Auteri e la via Castello Ursino, la via Bozomo, la piazza Mazzini, quella cioè dove si concentra il “cuore antico” della città, del Barocco tutelato dall’Unesco al teatro greco-romano, all’Odeon, dal castello Federiciano, alla casa del Verga, dal luogo di nascita del Bellini, alla pescheria, etc.
“Il rispetto della quiete pubblica, che è un diritto di noi cittadini, e ancora disatteso. Un esempio eclatante per tutti in via Gisira dove un locale, ogni giovedì, si è appropriato del suolo pubblico, richiamando folle di clienti che dalla tarda serata alle 2:00, 3:00 di notte, hanno sostato all’aperto, occupando la strada. La via Gisira è diventata così impercorribile per le auto ed è stata trasformata in un pub all’aperto; i gestori del suddetto locale hanno fatto un uso privato dello spazio pubblico, considerandolo evidentemente di proprietà privata. A ciò si è aggiunta la musica e, come se non bastasse, gli schiamazzi, i cori da stadio, le urla man mano che il tasso alcolico degli avventori saliva.
Alle reiterate telefonate di protesta dei residenti, i vigili urbani preposti -noi crediamo- alla tutela delle regole, non hanno risposto con efficaci azioni di contrasto. Come al solito, non si sono fatti vivi, adducendo pretesti o scaricando l’incombenza sulla polizia che, a sua volta, ha fatto lo stesso. Siamo stufi di questo “scaricabarile” tra polizia e vigili e della mancata tutela del nostro diritto alla salute e alla quiete notturna.
Abbiamo fatto rilevare la mancanza di sicurezza. Abbiamo esagerato? Un esempio fresco di giornata: una coppia di turisti francesi che alloggiava in una casa vacanze in via Transito, ha subito tre giorni fa, il furto delle valigie, custodite dentro il bagagliaio dell’auto in affitto, posteggiata nei pressi. Un benvenuto a Catania di cui si ricorderanno! E’ questa l’accoglienza turistica di cui tanto si parla?
Oltre ad essere vittima di scippi e furti, i turisti non riescono a godere della necessaria quiete notturna per l’inquinamento acustico dei pub e dei locali fino a notte fonda, come si riscontra dai commenti negativi, lasciati a fine soggiorno sul web. La materia dell’inquinamento acustico è disciplinata da varie normative del codice civile e penale ma chi è incaricato di farle “realmente” osservare, misurandolo e comminando delle multe salate ai trasgressori? Dateci una risposta. E che dire della “munnizza”?
Gli avventori dei locali, in gara per inciviltà e maleducazione, disseminano un po’ dovunque bicchieri di plastica, cartacce, bottiglie, che la mattina dopo noi residenti “ammiriamo” sulla strada. Alcuni di noi si sono persino improvvisati netturbini e ne fanno raccolte regolarmente. I posteggiatori abusivi, specie di notte, si possono incontrare ad ogni angolo e sono i padroni incontrastati degli spazi pubblici, strade, piazze e marciapiedi. Continuiamo quindi a chiederci a cosa serve essere cittadini attivi rispettosi della legge (ma questo vale solo per noi?), contribuenti in regola con le tasse, se gli esponenti dell’Amministrazione e degli altri poteri costituiti sono così sordi alle nostre legittime richieste?
Abbiamo letto che la “fabbrica del decoro” sta mettendo a punto un regolamento che prevede una “reale” partecipazione dei cittadini residenti, stanchi delle chiacchiere e della baraonda caotica e illegale di una movida ormai ingestibile. Chiediamo al Presidente Camarda di dare avvio alla realizzazione “pratica” dei laboratori di quartiere, aperti alla partecipazione delle associazioni dei residenti, sia per i progetti di miglioramento sia per il problema della legalità. In entrambi gli ambiti avremmo delle proposte da discutere e attuare e dei sopralluoghi da far effettuare affinché la “narrazione” della realtà sia fedele alla realtà “vera” vissuta e sperimentata ogni giorno da noi cittadini residenti.