Munnizza, allagamenti, sporcizia | Mondello, cronaca di un abbandono - Live Sicilia

Munnizza, allagamenti, sporcizia | Mondello, cronaca di un abbandono

Mondello, la foto di un recente allagamento (foto dai social)

Una borgata che avrebbe tutto per risplendere. E invece...

Da quando vivo a Mondello, la mia prospettiva è cambiata. E’ stato come entrare in una cartolina ammirata da lontano. Da residenti, si avverte con un morso più lancinante la contraddizione tra ipotetica bellezza e abbandono reale che è il cruccio di tutti i concittadini della piccola patria marinara.

Mondello, in primavera, è dolce, ad agosto diventa impraticabile, per via della calca, a settembre assume i colori tenui di un quadro impressionista, un regno fatato che traspare in ogni dettaglio. Da novembre si trasforma nella capitale elettiva dello spleen, ottima per i lettori con Baudelaire in tasca, con le sue piogge a picco sull’orizzonte turchino.

Ho imparato a conoscere le meraviglie di Mondello, a scrutarle con maggiore attenzione. Quella siepe particolare che accoglie, da secoli, noi bipedi migranti, senza chiudere i fiori. Quel mare invernale, un po’ spumoso, con una fragranza di rimpianti che ricrea la solitudine perfetta, dopo tanto chiasso. Quella sabbia che ti entra nelle mutande e, in minuscole particole, ti farà compagnia per tutto l’anno, come un promemoria di ritorno perenne dell’estate. E ho imparato a riconoscere le anime generose della borgata – il giornalaio, il titolare del bar, il fotografo per diletto – pregne di un silenzio discreto che non è indifferenza, ma la custodia segreta di un sogno: l’idea che, un giorno, l’abbandono sia definitivamente abbandonato e trionfi, davvero, la bellezza.

Perché Mondello, che saprebbe essere incanto, condensa, da anni, la cronaca di una continua deriva, attraversata da pochi spiragli e molti soffocamenti. Gli esempi tracimano. La munnizza regna sovrana. Saranno i soliti panormosauri, sempre comodi da chiamare in causa, o sarà un inceppamento del meccanismo di smaltimento? Intanto, basterebbe prendere consapevolezza del problema. I cassonetti maledoranti minacciano le case, il fetore offende le narici, devastando il delicato aroma del glicine, pezzi di rifiuti dalla foggia irriconoscibile agghindano le strade, spesso, ben oltre il perimetro della raccolta. Una grande puzza può sovrastare i locali, rendendo complicato il pasto: la pizza romana all’afrore di pannolino usato non è certo il massimo, benché sia originale.

Mondello annega, quando piove: sono sufficienti poche gocce. Le sue strade somigliano a un percorso di guerra nella giungla vietnamita, suggestivo assai, ma poco pratico per una località balneare e turistica. Le ultime notizie dell’acquazzone recente confermano il disagio. Perché, allora, non affittare degli autobus a forma di gondola, trasformando lo scempio in estetica?

Mondello è sudicia. I suoi marciapiedi sconnessi sono ricolmi di foglie secolari, di arbusti che ricordano il mondo quando era giovane. Qualcuno sarebbe addirittura riuscito a rintracciare, con rabdomantica curiosità, santini elettorali, mai spazzati, di ere geologiche precedenti. Testimonianze gravide di storia, nella sconcezza dei camminamenti.

Ecco un breve catalogo. E si potrebbe continuare, aggiungendo, ognuno, un particolare disagevole, piuttosto che toglierlo. Mondello è la cartolina di un degrado con motivazioni note e soluzioni difficili, cose risapute, ma non per questo meno desolanti.

Peccato, perché ci sono persone, qui, che amano la sabbia, il mare, le siepi, con un senso civico da piccola patria che meriterebbe affettuoso sostegno. Ci sono imprenditori operosi, ristoratori garbati, residenti innamorati, cittadini solerti nel costruire percorsi di civiltà, nonostante la calata dei vastasi che, insieme ai palermitani perbene, invadono le spiagge. E sono tutti uniti dal miraggio di una bellezza che sentono, al tempo stesso, irraggiungibile e a portata di mano. Il sogno disperato, struggente di ogni giorno vissuto dentro la cartolina. Chissà, se riusciremo mai a vederlo avverato.


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