"Dimessa tre volte dall'ospedale" | Muore prima di essere operata - Live Sicilia

“Dimessa tre volte dall’ospedale” | Muore prima di essere operata

Simona Lorico aveva 37 anni. I familiari ricostruiscono le ultime tragiche ore.

PALERMO – Un forte dolore al petto e problemi di respirazione. E’ cominciato così l’incubo di Simona Lorico, morta a 37 anni al Policlinico di Palermo, poco prima di essere sottoposta a un intervento d’urgenza. Un decesso avvenuto dopo essersi recata tre volte, raccontano i familiari, in due diversi pronto soccorso della città, dai quali sarebbe stata puntualmente rimandata a casa. Sabato sera, dopo i primi sintomi, a trasportarla all’Ingrassia di corso Calatafimi sono stati i sanitari del 118. Stesso iter l’indomani, quando, preoccupata, ha chiesto alla madre di chiamare nuovamente il numero di emergenza.

“Ci stavamo preparando per uscire con degli amici – racconta il fratello Alessio – ma lei, allarmata, ci ha detto di non sentirsi bene. Le mancava l’aria, sentiva una forte pressione al petto. E’ stata trasportata all’ospedale più vicino ed io l’ho raggiunta in macchina. Lì l’ho trovata in lacrime. Il medico le ha fatto qualche domanda, lei ha riferito i suoi sintomi. Ci è stato risposto che era un po’ ansiosa, che avrebbe dovuto bere una camomilla e le sono state somministrate delle gocce calmanti”. A quel punto, fratello e sorella sono tornati a casa, in via Paruta.

“Il peggio sembrava essere passato – prosegue Alessio – invece doveva ancora arrivare. Durante il tragitto ho dovuto reggere Simona che non riusciva a stare in piedi, in realtà le gocce le hanno provocato soltanto lo stato soporifero. Intorno alle 5 del mattino è stata di nuovo male, al punto da vomitare”. E’ così che Simona si è ritrovata per la seconda volta all’Ingrassia, dove un altro medico, a quell’ora, aveva appena dato il cambio al precedente. “Lui ha ritenuto di dover effettuare le radiografie, un elettrocardiogramma e gli esami del sangue, ma non è venuto fuori nulla. Mia sorella è prima entrata con un codice verde, poi è stata registrata con codice giallo, quindi era evidente le condizioni si fossero aggravate. Ciò nonostante, non sono stati fatti altri accertamenti e siamo stati rispediti a casa”.

La domenica sarebbe però trascorsa tranquilla: “Al punto che ha regolarmente pranzato – precisa il fratello -. Non avrei immaginato che a distanza di poche ore non avrei più potuto abbracciarla”. L’indomani mattina la 37enne, ancora insospettita dai sintomi ricorrenti, ha chiesto alla madre di accompagnarla al Civico. Anche dopo la terza visita al pronto soccorso le avrebbero detto che poteva tornare a casa: “Le hanno fatto un’iniezione di antinfiammatorio e hanno nuovamente somministrato delle gocce calmanti, consigliandole di consultare anche il medico curante. Così ha fatto”.

L’ulteriore visita è avvenuta lunedì pomeriggio: “Il medico di famiglia – prosegue Alessio – ha collegato i sintomi ad un reflusso gastrico e le ha dato dei consigli sull’alimentazione. Niente di più, ma mia sorella ha continuato ad avvertire dolori, diceva di sentire qualcosa che le schiacciava la schiena. I miei l’hanno così accompagnata ieri al Policlinico”. E’ proprio nella struttura di via del Vespro che è stata accertata la gravità della situazione. Simona è stata sottoposta ad ulteriori radiografie e ad un nuovo elettrocardiogramma, dopo il quale è stato eseguito un ecocardiogramma. Quest’ultimo avrebbe rilevato una “dilatazione dell’aorta”. “Abbiamo letto la preoccupazione dei medici nei loro occhi – continua – e infatti mia sorella è stata subito ricoverata. Doveva essere operata d’urgenza”.

Ma in sala operatoria Simona non è mai arrivata. Il suo cuore ha ceduto pochi minuti prima. “Io ero andato a prendere qualcosa da mangiare con mio padre – aggiunge Alessio –  in camera c’era mia madre. E’ stata lei a chiamarmi, dicendomi che mia sorella non c’era più”. La donna stava infatti per essere trasferita in sala operatoria quando ha detto di dovere andare prima al bagno. Ha perso i sensi durante quel breve tragitto, e non ha più riaperto gli occhi.

“Non riuscivo a credere alle parole di mia madre – racconta ancora Lorico – mi sono reso conto che mia sorella ci aveva lasciati solo quando sono salito in reparto. Abbiamo subito chiamato i carabinieri, tuttora non riusciamo a capire perché le condizioni di Simona siano state all’inizio sottovalutate. E’ stata rimandata a casa per tre volte. Siamo disperati, adesso non ci resta che chiedere giustizia”. La salma della donna è stata trasferita in camera mortuaria e nelle prossime ore, come disposto dal magistrato di turno, sarà effettuata l’autopsia. Le cartelle cliniche sono state sequestrate. “Durante i due accessi al pronto soccorso – spiegano dall’Ingrassia – sono stati effettuati tutti gli esami del caso, tra cui prelievo ematico, compresi gli enzimi cardiaci, radiografia al torace ed elettrocardiogramma. In tutti i casi l’esito è stato negativo”.

“Dovremo adesso convivere con una realtà durissima – dice in lacrime il fratello – io e lei eravamo affiatatissimi da sempre, tutti la amavano”. Simona Lorico lavorava come cassiera in un supermercato di via Peralta, su Facebook sono decine gli amici, i colleghi e i clienti che in queste ore lasciano un messaggio per lei. Accanto ad una foto della donna, che aveva due grandi occhi cerulei e i capelli neri a caschetto, un altro messaggio: “Da adolescenti condividevamo sogni, paure, scherzi. Mi piace ricordare tutto ciò”, scrive Dayana. E ancora: “Per quanto sia inutile scriverti qui, è l’unico modo che abbiamo tutti noi, per sfogarci dopo questa orrenda notizia e per farti sapere, in qualche modo, il grande vuoto che hai lasciato dentro ognuno di noi. Di te ho potuto conoscere la tua dolcezza, la tua gentilezza, la tua educazione, la tua simpatia..E la tua voglia di vivere, di sorridere e di regalare un sorriso.  Non ci posso ancora credere. E’ vero che tutto finisce. Ma non così”.


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