PALERMO – Il caso delle Mura delle Cattive è stato oggetto ieri sera di una seduta del consiglio comunale di Palermo: il monumento è stato infatti concesso a un soggetto privato pochi giorni prima del Festino, scatenando però la contrarietà di forze politiche e associazioni.
FI “E’ una vicenda grottesca e allo stesso tempo paradossale – dice il capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo – serve fare immediatamente chiarezza su quanto avvenuto. Manca un regolamento che coordini tutti gli uffici per giungere all’autorizzazione finale: in questa vicenda troppi settori sono stati coinvolti per una singola autorizzazione, con il conseguente caos vista la mancanza di un coordinamento. Dobbiamo intervenire in questo senso, al di là della vicenda particolare. Presenteremo una mozione, e in caso anche una delibera di iniziativa consiliare, che vieti l’uso delle Mura delle Cattive e di altri siti storici e monumentali per la somministrazione di bevande”.
PD “Rispetto alla vicenda delle Mura delle Cattive sono state disattese le norme previste dal Codice dei beni culturali: circostanza che rende nulli tutti i relativi atti – dice Nadia Spallitta del Pd -Esprimo forte preoccupazione per la scarsa sensibilità dimostrata ieri sera in Aula e per i comportamenti assunti dal vicesindaco Emilio Arcuri in relazione alla tutela e alla valorizzazione del nostro patrimonio monumentale. Mi riferisco in particolare alla circostanza per la quale, secondo il vicesindaco, è possibile utilizzare le Mura delle Cattive alla stregua di un qualsiasi marciapiede cittadino, consentendone l’utilizzo (previo pagamento di circa cinquemila di Tosap per cinque mesi di occupazione provvisoria di suolo pubblico) senza nessuna reale garanzia per la tutela e la salvaguardia del bene stesso. Si tratta di un precedente che a mio avviso mette a rischio la conservazione dei beni comunali. La materia dei monumenti storici, infatti, è rigorosamente disciplinata dal “Codice dei beni culturali” (d.lgs 42/2004, articoli 106 e seguenti). Le disposizioni relative ai beni culturali impongono in primo luogo l’obbligo di adottare provvedimenti di concessione: veri e propri contratti che disciplinano gli obblighi del concessionario che deve “garantire la conservazione e la fruizione pubblica del bene e la compatibilità dell’uso con il carattere storico e artistico dello stesso”. Inoltre, in applicazione di precise disposizioni europee contro ogni forma di discriminazione rivolte a garantire trasparenza, parità di trattamento e la scelta del miglior offerente, i beni culturali – come in generale ogni bene pubblico – possono essere dati in concessione solo a seguito di una procedura di evidenza pubblica che consenta a tutti gli interessati di conoscere la volontà dell’Ente di concedere l’uso privato del bene, con predeterminazione di un canone che deve essere rapportato al tipo di concessione e ai benefici economici che ne possono derivare al concessionario. Inoltre, a ulteriore tutela del bene, la legge prevede l’introduzione di una cauzione che deve essere versata dal concessionario per eventuali danni provocati al bene stesso. Le citate disposizioni, nella fattispecie, sono state disattese. In questa circostanza non è allegato all’atto autorizzatorio alcun atto d’obbligo che imponga precisi comportamenti al concessionario e che individui le precise modalità di utilizzo del bene: non esiste un canone predeterminato, non è stato bandito un avviso pubblico, non è stata versata una cauzione e, sembrerebbe, non sia stata neanche consentita la pubblica fruizione dal monumento. Del resto le Mura delle Cattive sono delimitate da cancelli che risulterebbero chiusi, in contrasto con il richiamato obbligo di garantirne sempre l’uso pubblico. Ulteriore elemento di preoccupazione rispetto alla conservazione di questo bene – che la stessa Amministrazione, contraddicendosi, tratta come monumentale salvo poi disapplicarne le relative disposizioni – deriva dalla circostanza che, nel mese di luglio, un soggetto terzo con sede legale in corso dei Mille, ha chiesto e ottenuto nel giro di soli quattro giorni l’autorizzazione commerciale alla vendita di prodotti alimentari non deperibili e confezionati all’interno della manifestazione denominata “Le Mura delle Cattive Panza e presenza”. Non è ben chiaro (e non risulta agli atti) se la Soprintendenza abbia autorizzato anche questo tipo di attività. La mancanza di questa ulteriore autorizzazione, e in generale la violazione delle norme del Codice, determinano la nullità degli atti adottati con tutte le conseguenze in termini di responsabilità”. A ciò si aggiunga che non è ben chiaro come l’eventuale mescita di bevande all’interno della manifestazione possa conciliarsi con il carattere storico-artistico del bene e con l’obbligo di valorizzazione dello stesso previsto dalle vigente disposizioni. Infine appare singolare quanto si legge nel provvedimento autorizzatorio, ovvero che l’utilizzatore del bene possa dare facoltà ad altro soggetto per esercitare presso le Mura delle Cattive la vendita al dettaglio di alimenti e bevande, così come testualmente riportato nel relativo provvedimento. Ritengo che non sia questo il modo di valorizzare il nostro straordinario patrimonio. Anzi, così facendo, lo stesso viene messo a rischio e questi atti sono l’evidente espressione dell’assenza di una visione organica e strategica indispensabile per garantire non solo la libera fruizione, ma anche la valorizzazione in vista di una crescita culturale e turistica della città.
MA LA SPALLITTA DI COSA PARLA? ANCHE SU PONTE VECCHIO DI FIRENZE CI SONO BAR CON TAVOLINI E ALLORA? ANZI MEGLIO UN MONUMENTO CON BAR CHE CHIUSO ED ABBANDONATO,FORSE ALLA SPALLLITA COME SOTTO SOTTO ANCHE AD ORLANDO PIACE LO SCENARIO DEL PALCHETTO DELLA MUSICA RITROVO DI EXTRACOMUNITARI E TOSSICI?
I peggiori nemici dei nostri monumenti sono .. certi “ambientalisti” e certe associazioni che , dicono, di difendere i nostri beni culturali. Dove erano questi signori quando le “mura delle cattive” erano chiuse alla fruizione pubblica e si trovavano in condizione di abbandono? Forse le mura delle cattive devono fare la fine del porticciolo di Sant’Erasmo, il cui progetto di risanamento e riqualificazione fu bloccato dai soliti “ambientalisti”. Forse per qualcuno il concetto di salvaguardia e sinonimo di degrado. Si può discutere dell’autorizzazione ma, grazie a questa apertura, per la prima volta tanti cittadini e turisti hanno visitato tale monumento e non ci sembra un fatto negativo.
Ma per avere un posticino sul sagrato della Cattedrale,posto molto bello e suggestivo,
cosa necessita fare?
Qualcuno prima o poi potrebbe ambire a questo luogo simbolo…visto questo accadimento se dovesse costituire precedente.
Ambire…in buona fede, s’intende!
l’ipocrisia della politica palermitana fa rabbrividire. Se le cose le autorizzo io o se mi convengono va bene se no tutto è uno scandalo. La fruizione di una zona monumentale non è uno scandalo anzi è prassi ovunque in Europa, altrimenti non potremmo vedere spettacoli all’arena di Verona, prendere un caffè a Pzza della Signoria a Firenze o a piazza san Marco a Venezia. Ma Palermo no, grazie a certi intellettuali e ai sempre indignati… no. Perchè Palermo fa comodo zozza e non fruibile, con musei e ville chiuse e spazi culturali che meglio farli cadere a pezzi che affidarli a qualcuno che non è amico mio… VERGOGNATEVI. Le mura sono state da questa associazione ripulite, rese fruibili, tenute sotto controllo evitando che ubriachi e vandali le violassero, hanno attirato tanta gente che non le conosceva, la somministrazione di bevande, attenta a non creare i porcilai lasciati liberi alla movida, e la parte gastronomica è solo una parte delle attività che sta comprendendo incontri con intellettuali, occasioni di gioco per bambini, musica e cultura non invadente. Signori del Consiglio Comunale pensate a migliorare Palermo piuttosto che accanirvi contro le poche cose positive che in assenza vostra nascono in città.