Muro Sorrentino, Dybala stellare | Il pagellone 2014 del Palermo - Live Sicilia

Muro Sorrentino, Dybala stellare | Il pagellone 2014 del Palermo

Il portiere trascina la squadra a suon di parate, l'argentino giganteggia in serie A. In generale è il reparto avanzato la chicca dei rosanero in questo 2014, per una squadra guidata alla grande dal timoniere Beppe Iachini.

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SORRENTINO 9: Sicurezza, saracinesca e chi più ne ha più ne metta. Accetta di scendere in serie B, resiste alle sirene di gennaio per portare il Palermo in serie A e si cala nella realtà della neopromossa al massimo della concentrazione nonostante un passaggio sfumato alla Juventus. Ad oltre un anno di distanza dal suo arrivo dimostra di aver vinto la scommessa.

UJKANI 7,5: Gioca poco, si lamenta ancora di meno. Emblema principale dello spirito di gruppo che regna all’interno del Palermo. Quando viene chiamato in causa nelle prime partite di gennaio nello scorso torneo cadetto non fa rimpiangere Sorrentino.

ANDELKOVIC 7,5: Zitto zitto prende la maglia da titolare e non la toglie più per nessuna ragione. Spesso irruento, non bada allo stile ma risulta efficace in serie B e per buona parte del girone d’andata in massima serie. Una conferma.

DAPRELÀ 7: Gli acciacchi fisici e la concorrenza di Lazaar lo costringono spesso alla panchina, ma quando trova il campo non sbaglia praticamente mai. Iachini lo preferisce in fase di copertura, lui riesce a rendersi affidabile anche in fase di spinta.

EMERSON 6: Sufficienza di incoraggiamento per il giovane esterno brasiliano, sempre gettato nella mischia a gara in corso e capace di mostrare le sue qualità sulla sinistra soltanto a sprazzi.

FEDDAL 6: Anche per lui, stesso discorso fatto per Emerson. Paga l’ambientamento frettoloso in una squadra non ancora pienamente a suo agio nella massima serie. Quando il Palermo inizia ad ingranare, le gerarchie per la difesa sono ben definite.

GONZALEZ 8,5: Arriva e si infortuna subito. Torna e il Palermo cambia marcia, ottenendo nove risultati utili in dieci partite, senza più concedere goleade come contro Napoli, Lazio ed Empoli, almeno fino all’ultimo match di Bergamo. Il miglior acquisto estivo.

LAZAAR 8: Nel giro di sei mesi si ritrova catapultato dalla lotta per la salvezza in serie B col Varese ad un Palermo che sogna l’Europa. L’ambientamento col piano di sopra non è dei più facili e Iachini prova spesso soluzioni diverse sull’out sinistro, anche a causa di un infortunio che ha tenuto fuori il giovane marocchino nelle prime giornate. Una volta superati questi scogli, non perde tempo a far capire chi sia il padrone della fascia mancina.

MILANOVIC 6,5: Apre il 2014 con una sorta di ergastolo calcistico (cinque – inspiegabili – giornate di squalifica dopo il k.o. di Carpi) e da lì qualcosa cambia. Gioca di meno, passa la fase cruciale della stagione in panchina e dopo un ritiro da titolare designato non vede mai il campo in serie A. Quando però ha avuto l’opportunità di mettersi in mostra non ha mai mostrato cali di concentrazione.

MORGANELLA 8: Ricordate il Morganella confusionario e tatticamente indecifrabile dell’ultimo anno in serie A? Ecco, la confusione c’è ancora, anche se decisamente limitata, per il resto Iachini ha creato l’esterno ideale per il 3-5-2. Un treno sull’out di destra, devastante in serie B e in netta crescita in serie A.

MUÑOZ 9: Alessandro Fabbro, centrale dell’Avellino, dopo la trasferta di Palermo lo definì “illegale”. In serie B, in effetti, giocarci contro equivaleva a sbattere contro un muro. In serie A, dopo la retrocessione, qualcuno aveva ancora dei dubbi. Risultato? Si infortuna alla prima giornata, rientra e il Palermo perde una sola partita. E anche in massima serie si dimostra il perno difensivo dei rosa.

PISANO 6,5: I piedi sono quel che sono, lo sa lui per primo, e infatti sopperisce alle sue lacune con un impegno superiore alla media. In serie B può bastare, tant’è che si piazza sia sull’esterno destro che su quello sinistro. Storia diversa invece in serie A, dove fatica più del dovuto.

TERZI 7: Paga i primi mesi in serie B, ma apre il 2014 con una serie di prove positive che lo promuovono a titolare fisso al centro della difesa. Parte titolare anche in serie A, complici gli infortuni di Gonzalez e Muñoz, però non è affidabile come nella prima metà di un anno nel complesso positivo.

VITIELLO 6,5: La sua importanza nel gruppo la potete notare solo negli allenamenti. Non perché il campo lo veda raramente, ma perché è realmente quello che mette più di tutti, ogni singolo giorno. Il tutto senza mai dire una parola fuori posto. Professionista esemplare, se mai ci fosse bisogno di ribadirlo.

BARRETO 9: Alza con merito la coppa Ali della Vittoria, è un leader forse poco appariscente ma di sicuro non silenzioso. È il capitano di un Palermo che ha chiuso il 2014 a suon di record. Per alzare l’asticella, si aspetta solo una firma…

BOLZONI 7,5: Sette polmoni, forse anche più. Non si ferma un attimo, trova la gioia del gol per tre volte (addirittura una doppietta alla Juve Stabia) ed è l’ago della bilancia del Palermo schiacciasassi in B. Col salto di categoria, Iachini lo sacrifica dapprima sull’altare del tridente, poi per adattare Rigoni da mezzala. Quando c’è da fare un cambio, però, il suo nome viene estratto sempre e comunque.

ČOČEV 6,5: Il ragazzino arrivato dalla Bulgaria era una delle incognite del mercato estivo. Chi lo vedeva come trequartista, chi come regista, chi come mezzala. Iachini ha impiegato un po’ di tempo per lanciarlo, ma quando l’ha fatto non se n’è pentito. Maturo a dispetto dei suoi vent’anni, fa sempre la cosa giusta e non cerca mai di strafare. Una carta in più per il centrocampo rosanero.

DI GENNARO 6: Ci si aspettava decisamente di più da lui, che però ha il merito di sapersi riciclare in altri ruoli. Col “ripescaggio” di Vazquez, in teoria, sarebbe dovuto essere lui a fargli spazio. In realtà la sua presenza in rosa non è mai stata messa in discussione, appunto perché all’occorrenza ha saputo adattarsi a mezzala e a regista. Le risposte, però, non sono state del tutto soddisfacenti.

MARESCA 8,5: Il Palermo lo acquista a gennaio e di colpo diventa un caterpillar. Un caso? Forse, però poi in serie A non gioca e quando ritrova la maglia da titolare il Palermo di colpo non ne perde più una. Un caso? No, stavolta non può esserlo. O Maresca è il più grande portafortuna nel mondo del calcio o, molto più semplicemente, è uno di quei centrocampisti che sanno come far girare al meglio tutta una squadra. Ad oggi si va con l’opzione numero due.

NGOYI 6,5: Fa il suo, con qualche sbavatura ma senza far mancare mai il suo apporto, soprattutto in termini di fisico. Iachini non ha un giocatore identico con quelle caratteristiche e, pur non dandogli molto spazio, preferisce tenerselo stretto.

QUAISON 6: Deve sbocciare, perché il talento c’è. Forse ad oggi manca ancora una reale collocazione tattica. Con pazienza potrà farcela, intanto ad oggi può accontentarsi di far bene quando chiamato in causa.

RIGONI 7,5: Negare di aspettarsi tutt’altro impatto sarebbe un errore, anche nei confronti di uno dei giocatori con più esperienza in massima serie di tutta la rosa. Da quando Iachini gli ha tolto il fardello di organizzare il gioco, però, le sue prestazioni sono migliorate in maniera esponenziale. L’ultimo passo è stato quello di adattarsi da mezzala. Risultato? Tre gol in tre partite. Come per Maresca, non può essere solo un caso.

STEVANOVIC 6,5: Iachini fatica a vederlo e lui, con diligenza, si adegua alla fase difensiva. A quel punto diventa una freccia importante per spezzare le partite, ma niente di più. Torna alla casa madre lasciando comunque un buon apporto per la risalita in serie A.

TROIANIELLO 6,5: Uno così fa bene al gruppo e ai tifosi. A differenza di altri, lo spazio lo reclamava, sebbene a modo suo (“se Iachini vuole gioco pure in porta”). Quando si tratta di cementare la squadra, però, non è certo uno da turnover. Ha anche i suoi meriti per la promozione.

BELOTTI 8: “Un altro acquisto per la Primavera”, così lo avevano bollato alcuni tifosi palermitani al suo arrivo. In Primavera, per fortuna, non c’ha mai messo piede. In prima squadra invece, quando l’ha fatto è stato spesso decisivo. Tra infortuni ed equilibri tattici da non stravolgere ha dovuto fare spesso i conti con la panchina, il che però non è stato un danno. Anzi, entrare a gara in corso ha evidenziato ancor di più le sue doti di risolutore. Nel 2015 si aspetta almeno un maggiore minutaggio.

DYBALA 9: I suoi primi due mesi del 2014 sono un calvario. Infortuni, astinenza da reti che si protrae da un anno, dubbi sul suo reale valore. Leggere queste cose a dicembre strappa almeno un sorriso. È la gemma più brillante della vetrina di Zamparini, è diventato letale in serie A dopo aver imparato a sopravvivere in serie B. Il 2014 è stato l’anno della sua esplosione, il 2015 può essere quello della consacrazione.

HERNANDEZ 7: Il capocannoniere del Palermo in serie B prende anche il voto più basso tra gli attaccanti. Il motivo? Quasi mai decisivo, rendimento che non raggiunge le aspettative e un addio consumato nelle battute conclusive del mercato, quando sembrava dovesse restare. Il Palermo invece ha trovato qualcuno disposto a versare i 12 milioni richiesti e a quel punto, con Belotti e Dybala in rampa di lancio, non ha esitato a chiudere. Senza rimpianti e senza frizioni. Perché alla fine, se promozione è stata, lo si deve anche ai suoi quattordici gol.

LAFFERTY 7,5: Una furia, nel bene e nel male. In campo si nota una cattiveria agonistica fuori dal comune, soprattutto se abbinata ad una qualità che per la serie B italiana è fuori categoria. Se il giudizio va dato seguendo solo il campo, il 7,5 è anche basso come voto. In realtà è un giudizio soltanto per metà di questo 2014, dunque sarebbe ingeneroso nei confronti degli altri assegnargli un voto superiore. E se il suo 2014 in rosanero dura soltanto sei mesi, la motivazione è da ricercare fuori dal campo.

VAZQUEZ 9,5: È l’uomo copertina del Palermo 2014. Iachini lo “alleva” nel periodo da fuori lista, lo convince a non tornare in Argentina e appena si riapre il mercato non ha dubbi: fuori Bacinovic, dentro Vazquez. Vede in lui l’uomo che può permettere al Palermo di fare il salto di qualità e ad un anno di distanza possiamo dire che ci ha visto giusto. Segna, inventa, fa cose che a Palermo non si vedevano dai tempi di un suo concittadino col numero 27. È la favola del brutto anatroccolo trasportata nella vita reale e nel mondo del calcio: da escluso, Franco è diventato un valore aggiunto. E per il 2015 ha intenzione di fare meglio.

IACHINI 10: Qui parlare di allenatori o di calciatori è inutile. Qui si va in tutt’altra categoria, perché quello che ha fatto Iachini nella sua seconda avventura palermitana trascende ogni vocabolo esistente. “Impresa” sarebbe riduttivo, “leggenda” sarebbe inflazionato, “unico” sarebbe inesatto (ma per quanto ancora?). Lasciar parlare i numeri sarebbe addirittura offensivo, perché gli effetti della sua mano si vedono e si vedranno ben oltre quegli 86 punti in serie B e tutti gli altri record. Perché se oggi il Palermo può sperare di coprire il buco a bilancio con una sola cessione, è grazie a Iachini. Perché se oggi Franco Vazquez è passato dall’essere un epurato all’essere addirittura un possibile oriundo per la nazionale, è grazie a Iachini. Perché se il Palermo tredicesimo in serie B oggi non si ritrova a fare il campionato del Pescara o peggio ancora del Siena ma si trova davanti all’Inter, è grazie ad un allenatore che troppi avevano ritenuto incapace di far bene in serie A. E che nel 2014 si è tolto talmente tanti sassolini dalle scarpe da aver messo su una copia in scala 1:1 di Monte Pellegrino. Nel 2015 può farlo diventare un Everest.

Senza voto: Bacinovic, Bamba, Bentivegna, Fulignati, Joao Silva, Makienok, Malele, Struna, Verre.


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