PALERMO – “Inutile e inconcludente”. Fp Cgil Sicilia definisce così l’incontro avuto oggi pomeriggio con l’assessore i beni culturali Mariarita Sgarlata. E rilancia l’allarme: “Già da domenica prossima molti siti archeologici e musei potrebbero restare chiusi”. “Di fronte alla grave crisi in cui versano i beni culturali per i tagli di risorse operati dalle norme finanziarie – dice Enzo Abbinanti della segreteria regionale – ci saremmo aspettati un’assunzione di responsabilità politica sugli obiettivi strategici da perseguire. Cosa che non c’è stata. Così mentre attendiamo che passino i dieci giorni annunciati da Sgarlata per presentare, nell’ambito di un workshop, le sue linee guida e gli obiettivi, già dal prossimo weekend molti turisti rischiano di restare delusi”.
In piena stagione estiva, infatti, in Sicilia aree archeologiche, musei e gallerie rischiano di rimanere chiusi per carenza di personale. Off limits, per turisti e visitatori, la Valle dei Templi, la Villa romana del Casale a piazza Armerina, l’area archeologica di Segesta e Selinunte e buona parte del patrimonio monumentale e culturale. Molti dipendenti in servizio ai Beni culturali e in particolare custodi e addetti alle biglietterie, denunciano i sindacati Cobas/Codir e Sadirs, hanno superato il numero di giornate festive che si possono effettuare nel corso dell’anno, come prevede il contratto di lavoro. “Lo scorso anno – segnalano i sindacati – il personale, adibito ai compiti di fruizione e di vigilanza del patrimonio culturale, è arrivato in molti casi a superare l’80% delle giornate festive lavorate e, a tutt’oggi, non ha ancora percepito quanto dovuto dall’amministrazione regionale per le prestazioni rese nel 2012”. Per i sindacati, che hanno proclamato lo stato di agitazione e chiedono l’intervento immediato del governo Crocetta minacciando altre azioni di lotta, “tutto ciò accade poiché la carenza diffusa di personale da impiegare in turnazione obbliga i dirigenti preposti ai vari servizi di utilizzarlo nelle giornate festive, derogando il contratto senza che l’amministrazione dipartimentale abbia, peraltro, contrattato tale deroga”.