L'estate bollente dell'antimafia, con il ventilatore rotto...

L’estate bollente dell’antimafia, con il ventilatore rotto…

Il Museo della memoria: disagi e difficoltà per le alte temperature. Il post successivo.

La calda estate dell’antimafia, anzi bollente, ma per un fatto meramente fisico. Al bunkerino l’aria può diventare irrespirabile. Tante sono le persone che vengono guidate nei luoghi che videro la nobile presenza dei dottori Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ma diventa difficile concentrarsi, date le temperature. Il bunkerino, ovvero il Museo della memoria, nel cuore del Palazzo di giustizia di Palermo, è la casa affettiva di tanti. I viaggi organizzati hanno la supervisione di un eroe in carne e ossa: Giovanni Paparcuri, sopravvissuto alla strage Chinnici e collaboratore scelto dei due giudici inghiottiti dalle stragi del ’92.

Proprio Paparcuri ha sollevato il problema con alcuni post su Facebook. Ecco l’ultimo: “Al bunkerino c’è caldo, tanto caldo, e da sempre ho chiesto a chi di dovere di trovare una soluzione. E’ vero c’è l’aria condizionata, ma è centralizzata, e giustamente è stata progettata non per tutte queste persone, quindi non basta. Lasciamo stare che a nessuno interessa se anch’io soffro, ma non è giusto per i bambini, né per gli adulti che a volte si sentono male. L’unica soluzione, in attesa che si trovasse un rimedio, l’ho trovata tre anni fa con due ventilatori, tra l’altro rotti, che ho riciclato. Siamo nel 2022 e io aspetto ancora”.

In precedenza, ‘Papa’, come lo chiamavano Falcone e Borsellino, aveva scritto: “Oggi ennesima sauna e difficoltà respiratorie per il gran caldo al bunkerino con questi bravi ragazzi milanesi qui a Palermo per fare volontariato allo Zen, e suor Anna li ha voluti premiare portandoli in questi uffici”.

Paparcuri è un uomo schietto. Anche in questo caso le sue parole sono sincere e urgenti. L’estate dell’antimafia, nel cuore della sua memoria, è bollente, stando alla sudata narrazione di un protagonista di prima grandezza di quegli anni terribili. Qualcuno potrebbe porre rimedio? (Roberto Puglisi)

Il post successivo

Dopo la pubblicazione, ecco il post di Giovanni Paparcuri: “Dunque. Ieri, pur consapevole che i panni sporchi si lavano in famiglia e che avrei creato qualche problema, ho pubblicato questo post. In ogni caso me ne assumo la responsabilità. Fermo restando che è un situazione che si protrae da anni. Detto questo devo dire che lo sfogo che ho scritto sul social e riportato anche da un organo di stampa, è stato una extrema ratio a un disagio che vivo da parecchio, tuttavia non era rivolto al presidente della Corte di Appello, Matteo Frasca, al quale chiedo scusa, che tra l’altro è stato sempre disponibile a risolvere i problemi inerente il bunkerino. E’ inutile scrivere chi lo sapeva o a chi l’ho fatto presente. Non ha importanza, va bene così, chiedo di nuovo scusa e buona fortuna a tutti quanti. Vi chiedo solo un favore, non fate nessun commento. Grazie!”.


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