PALERMO – Il presidente della Regione Nello Musumeci ha convocato quella che dovrebbe essere, salvo colpi di scena, l’ultima giunta del suo mandato.
Arriva quindi l’ora X (LEGGI l’articolo su tutti i retroscena). Gli assessori erano stati allertati già ieri, le dimissioni dovrebbero essere rassegnate tra oggi e domani al massimo, quando Musumeci presenzierà all’inaugurazione di un cantiere importante a Catania. La giunta è stata convocata alle 12.00 di oggi.
Il contesto
Le dimissioni di Musumeci arrivano in un momento in cui il centrodestra non ha ancora scelto chi sarà il prossimo candidato presidente della Regione. Ma non basta, con le dimissioni scatta automaticamente l’election day, ovvero la tornata elettorale unica per le elezioni politiche e le regionali. Difficile pensare che quello di Nello Musumeci sia un salto nel buio.
Si rincorrono voci su possibili paracadute governativi, un posto da sottosegretario o un ministero, anche senza portafoglio. Ma in ballo ci sono anche i tre seggi che dovrebbero essere assegnati alla componente Diventerà Bellissima di Fratelli d’Italia, a coronamento del nuovo percorso.
Non solo seggi
Musumeci si dimette a conclusione di un mandato, in un momento di massima tensione del centrodestra. Una tensione che ha portato al logoramento dei rapporti personali tra i leaders dei singoli partiti, imbrigliati tra scontri epici, ripicche e interviste al vetriolo.
Numerosi i nomi in ballo per la successione di Musumeci. Il più quotato è quello di Stefania Prestigiacomo, l’ex ministro di Forza Italia. Ma i leghisti affilano i coltelli, ci sono tensioni del passato difficilmente da appianare, risalenti ai tempi in cui Salvini era ministro dell’Interno: la Prestigiacomo andò sul gommone per esprimere solidarietà ai migranti “fermati” al largo.
Micciché, dal canto suo, getta benzina sul fuoco. Ma, come spesso accade in Sicilia, nel centrodestra non è detta l’ultima parola. Ufficialmente non c’è un nome alternativo a Musumeci.