Nasce l'intergruppo "Lavoro e sviluppo" - Live Sicilia

Nasce l’intergruppo “Lavoro e sviluppo”

E’ stato costituito all’Ars l’intergruppo parlamentare ‘Lavoro e sviluppo’. Ne fanno parte 30 deputati provenienti da tutti i gruppi di maggioranza e di opposizione e tre presidenti di commissione (Riccardo Savona del Bilancio, Salvino Caputo delle Attività produttive e Totò Lentini del Lavoro). Presidente è stato nominato Lino Leanza (Mpa) che ne ha proposto la costituzione. “L’obiettivo dell’intergruppo, che non è una iniziativa contro il governo e contro qualcun altro – ha spiegato Leanza in conferenza stampa a Palazzo dei Normanni – è quello di verificare se le leggi varate dal parlamento (credi d’imposta, imprenditorialità giovanile e femminile, bonus occupazione) in tema di sviluppo e lavoro sono state attuate e in che modo, allo scopo di indicare le eventuali soluzioni per risolvere problemi di applicazione”. Leanza ha citato l’esempio del bonus sull’occupazione. Rispetto al plafond stanziato sulla misura comunitaria, pari a 141 milioni di euro, le risorse effettivamente utilizzate sono pari a 21 milioni che hanno prodotto 2.368 occupati. “Il problema è capire perché i restati 120 milioni non vengono utilizzati, se la misura ha esautito l’interesse oppure c’é una carenza di infomazione”, afferma Leanza. I componenti dell’intergruppo non percepiranno benefit o gettoni, Leanza chiederà al presidente dell’Ars, Francesco Cascio, una sala per le riunioni, prevedendo un incontro a settimana.

“L’intergruppo non si sovrapporrà alle commissioni e non sarà un surrogato – ha aggiunto il deputato del Mpa – Organizzeremo incontri con le forze sociali, ma anche con i dirigenti regionali e il governo”. Per il deputato Concetta Raia, indicata dal Pd nel direttivo dell’intergruppo, “occorre avere maggiori informazioni sull’applicazione delle leggi e la gestione dei fondi”. “Non é possibile per esempio lasciare la totale gestione di 500 milioni di fondi Fse a Ludovico Albert – ha sostenuto – Potremmo utilizzare una parte di questi fondi, 60-70 milioni, per finanziare progetti delle Università siciliane, dando lavoro ai ricercatori, umiliati dalla riforma Gelmini, e qualificando allo stesso tempo la spesa, concentrando su iniziative funzionali allo sviluppo della Sicilia in un fase economica così difficile”.


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